Aosta: il bilancio di previsione è di 73.2 milioni; pesano come un macigno i 31 milioni di fondo cassa
«E’ un bilancio molto concreto, corretto e prudente». Definisce così, l’assessore ai Servizi Finanziari del comune di Aosta, Carlo Marzi, il bilancio di previsione 2015-2017 approvato oggi in quarta Commissione. Le cifre parlano di un bilancio che pareggia a 73.2 milioni, con 61 milioni 911 mila euro di spese correnti e 2 milioni 906 mila euro riservati agli investimenti. In merito alle entrate, quelle correnti parlano di 64.3 milioni di euro, con 22.3 milioni di entrate tributarie e 12 di extratributarie. «E’ stato pesante far quadrare i conti con ulteriori taglio di 2 milioni di euro di trasferimenti regionali – spiega Marzi -. Avremmo potuto scegliere la strada di raddoppiare il gettito della TASI (la più bassa d’Italia), ma abbiamo preferito spulciare il bilancio riga per riga, senza tagli orizzontali». Azzerate le spese per i mutui, «che nei prossimi anni non saranno accesi, facendo scendere l’esposizione a 38.2 milioni, rispetto ai 43 del 2013», una cifra salta particolarmente all’occhio. «Il fondo cassa al 31 dicembre 2014 parla di 31 milioni di euro, a fronte dei 13.4 milioni del 2013 – spiega ancora Marzi -. Quando parlavo di analizzare la situazione alla luce del patto di stabilità non dicevo fesserie e ora il dato viene fuori in tutta la sua gravità. Chi amministrerà, comunque, avrà un bilancio previsionale pulito, con servizi a domanda individuale rimodulati per essere mantenuti e il costo del personale rimane costante a livello percentuale, ma che cala sensibilmente a livello assoluto, visto l’assestarsi dei dipendenti a quota 387 con 12 part time». La replica arriva per mano di Michele Monteleone (PD – foto): «Come sempre detto, i bilanci di questi anni sono stati fatti in condizioni eccezionali, come testimonia bene il fatto che dal 2009 si sia passati da oltre 100 milioni ai 70 attuali – ricostruisce Monteleone -. Bisogna però pensare che a investimenti fattibili, a cose che si possono fare, visto che il bilancio è frutto di scelte politiche che, in questo caso, sono rappresentate dai valori minimi riservati a Cultura, Sport e Servizi per l’infanzia, dove si va sempre più verso una privatizzazione. Resta assurdo il fatto che ci sia solamente un 4% riservato agli investimenti, nel bilancio e che si parli di riduzione dei costi del personale: questa non è frutto di una riorganizzazione dell’organico, ma di semplice riduzione dovuta a normali pensionamenti».
(al.bi.)