Sanità: meno morti per ictus in Valle d’Aosta
Neurologia, chirurgia vascolare e radiologia diagnostica e interventistica insieme per prevenire e trattare l’ictus in un’ottica multisciplinare: è l’approccio che ha portato alla riduzione del tasso di ospedalizzazione e di mortalità intraospedaliera per ictus. In dodici anni il primo è diminuito del 32% e il secondo del 63%: sono alcuni dei dati emersi dallo studio che ha preso in esame 3524 casi, presentato in conferenza stampa dal direttore dei Distretti 3 e 4 dell’Usl, Giuseppe D’Alessandro insieme ai direttori della neurologia, Edo Bottacchi, e della radiologia diagnostica e interventistica Teodoro Meloni.
Per D’Alessandro, già presidente dell’associazione Alice per la Lotta all’ictus cerebrale, a contribuire alla riduzione dei tassi «una maggiore consapevolezza e controllo dei fattori a rischio da parte della popolazione, contesto nel quale ha giocato un ruolo decisivo di sensibilizzazione Alice».
Il neurologo Edo Bottacchi ha posto l’accento sul fatto che «i dati della ricerca epidemiologica sono tutti valdostani», che «Aosta è uno dei dici centri al mondo a possedere una casistica propria sull’incidenza dell’ictus» e che «la mortalità a 30 giorni dall’ictus è scesa dal 31% del 1989 al 19% del 2008». Parte importante nel trattamento medico l’ha la radiologia interventistica che «riduce l’invasività terapeutica» come ha puntualizzato il radiologo Meloni accennando alle tecniche di trombolisi «71 pazienti trattati dal 2003 al 2011 con un rapporto trattati-trattabili del 76,6% percentuale italiana più alta in assoluto» di Angio Ct, di trattamento endovascolare.
La prevalenza globale dei fattori di rischio vascolare sono l’ipertensione arteriosa (42%), la fibrillazione atriale (19%), il diabete mellito (15%) l’ipercolesterolemia (10%), la cardiopatia ischemica (9%).
(foto: da sinistra: Giuseppe D’Alesandro, Edo Bottacchi e Teodoro Meloni)
(danila chenal)