Sinistra VdA: finito il sodalizio con il Pd, via il nome dal simbolo
POLITICA & ECONOMIA
di news il
11/06/2015

Sinistra VdA: finito il sodalizio con il Pd, via il nome dal simbolo

Gli ex candidati alle Regionali 2013 nella lista del Pd-Sinistra VdA Carola Carpinello, Lorenza Palma, Francesco Lucat, Paolo Meneghini e Andrea Padovani prendono le di stanze dagli ex alleati piddini di fatto entrati nella maggioranza regionale e motivano. «Il Pd-Sinistra VdA non esiste più nei fatti e quindi è giusto che non esista più anche nel nome, ormai in Valle d’Aosta Il Pd è omologato a quello nazionale renziano e si è piegato nuovamente al volere dell’imperatore. La sinistra e la società civile non avranno più voce in Consiglio Regionale ma la faremo sentire forte e chiara in tutti i luoghi».
Ripercorrono il cammino: «L’ingresso del Pd in maggioranza segna la fine di una bella anomalia, quella del Pd – Sinistra VdA che vedeva insieme il Pd, il Prc, il Psi, Italia dei valori e Centro Democratico, con una bella fetta di quella società civile che ha vinto la battaglia referendaria contro il pirogassificatore. L’anomalia di un Pd che stava davanti alle fabbriche in crisi che licenziavano i lavoratori, quella del Pd che lottava insieme a tutte le forze sane della Valle d’Aosta per il referendum su acqua e nucleare, quella del Pd che partecipava al referendum contro il pirogassificatore. Quella del Pd che diceva “con questo sistema di potere mai e poi mai” (tutti ci ricordiamo, perché la sostenemmeno, l’autosospensione dei consiglieri dopo le parole di apertura di Centoz all’Uv durante il congresso dell’Uvp). Un’anomalia che certo ha avuto i suoi lati “oscuri”: infatti non siamo mai stati invitati a partecipare ai numerosi tavoli di trattative nonostante l’ormai ex capogruppo (in procinto di diventare nuovo assessore) ci avesse garantito che tutte le forze che facevano parte del gruppo avrebbero avuto pari dignità. Gli accordi sia economici sia politici, presi prima della campagna elettorale, non sono mai stati rispettati. Nonostante tutto questo abbiamo continuato a credere in quel progetto perché portava contenuti e metodi radicalmente alternativi a questo sistema di governo».
(foto: regionali 2013)
(d.c.)

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