Operazione Rischio minore: spaccio di droga tra i libri della biblioteca regionale, arrestato tunisino
Accusato di vendere «qualunque tipo di droga ai propri clienti» all’interno della biblioteca regionale e nel resto del centro storico di Aosta, il Nucleo mobile del Gruppo della Guardia di Finanza di Aosta ha arrestato un tunisino di 30 anni, Marwan Dridi.
I fatti contestati al tunisino, che questa mattina ha ammesso le sue responsabilità nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Eugenio Gramola, sono emersi nell’ambito dell’operazione ‘Rischio minore’, a seguito di mesi di appostamenti da parte dei baschi verdi coordinati dal Capitano Oronzo Russo, che hanno ricostruito un giro di affari annuo – secondo le dichiarazioni rese dalle persone sentite in caserma – pari a circa 60 mila euro per almeno cinque chilogrammi di sostanze stupefacenti spacciate.
Più nel dettaglio, anche grazie alle dichiarazioni rese da diversi giovani che si rifornivano abitualmente dal soggetto arrestato, il trentenne tunisino – in Valle d’Aosta da nove anni, senza impiego e negli ultimi tempi senza fissa dimora – era solito cedere ai propri clienti (una ventina, tra i quali numerosi minorenni, qualcuno addirittura quattordicenne) dosi di marijuana e hashish direttamente sulle poltrone della biblioteca.
Una volta chiaro il quadro investigativo, il gip del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco – su richiesta del sostituto procuratore Pasquale Longarini – ha emesso apposita ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, col tunisino trasferito alla casa circondariale di Brissogne perché attualmente senza fissa dimora, mentre una ventina di persone – tra i quali, come detto, numerosi minori – sono state segnalate agli uffici prefettizi per detenzione e uso di sostanze stupefacenti.
«La nostra attività di indagine è stata avviata alcuni mesi fa, partendo dall’osservazione delle abitudini del soggetto arrestato (con diversi precedenti per ricettazione, ndr), notato a più riprese nella zona della biblioteca regionale, nella quale era solito entrare e uscire con una frequenza che ha destato più di un sospetto», ha spiegato il Capitano Oronzo Russo, che ha aggiunto: «Da lì siamo partiti con le nostre attività di appostamento, i cui risultati sono stati poi incrociati con le dichiarazioni rilasciate dalle persone escusse a sommarie informazioni».
(pa.ba.)