Banca d’Italia: La ripresa è ancora distante
«Come la Valle d’Aosta ha subito in ritardo gli effetti delle crisi, così allo stesso modo, ci vorrà ancora del tempo prima che agganci la ripresa». Il pensiero in sintesi del direttore provvisorio della filiale di Aosta, Paolo Compagnoni, rappresentata lo specchio della situazione illustrato dall’analisi congiunturale dell’economia valdostana, presentato oggi dalla Banca d’Italia e relativo al primo semestre 2015, ma comprendente dati fino al settembre di quest’anno.
«L’economia della Valle – continua Compagnoni -, presenta forti segnali di miglioramento nei servizi, grazie soprattutto alla positiva stagione turistica, e in materia di credito e prestiti alle famiglie. Sul resto, invece, prevalgono una serie di elementi di incertezza, che vanno dall’attività produttiva dell’industria e dalla dinaminca degli investimenti in fase stagnante, passando per il sostanziale immobilismo del mercato immobiliare e, di conseguenza, la crisi continua del settore delle costruzioni». Scendendo nei dettagli, l’analisi mostra un Valle che fa fatica ad acciuffare il miglioramento che si registra in Piemonte, ma anche nel resto d’Italia. L’industria stenta e gli investimenti tardano a decollare, con solo le realtà internazionalizzate che vedono una crescita (+9% l’export, trainato da quello verso i paesi non UE). I servizi registrano il balzo migliore, grazie soprattutto al settore turistico, che se da un lato vede incrementare le presenze straniere, dall’altro registra un confortante ritorno anche di quelle italiane. Nota stonata, come detto, è quella legata alle costruzioni, con le ditte che risentono della debolezza della domanda e i prezzi del mercato che continuano a calare. Alla luce di tutto questo, cresce in maniera contenuta l’occupazione (+0.7%), ma deve ringraziare quasi esclusivamente il settore del commercio e del turismo, visto che industria e costruzioni registrano ancora un calo. L’ottimismo, però, si respira e l’offerta di lavoro aumenta, anche se deve scontrarsi con una domanda ancora a rilento, che porta l’occupazione al 8.8%. Miglioramenti nei prossimi mesi? L’analisi di Banca d’Italia lo sembra escludere, visto che la previsione è quella di un quadro congiunturale ancora incerto che andrà a incidere anche sul settore degli investimenti.
Qualche segnale di speranza arriva dal settore del credito, con le banche che, grazie alla politica economica dell’UE (calo dei tassi di interesse e aumento della liquidità) hanno allentato i paletti nella concessione del credito alle famiglie, che si sono mosse soprattutto in ottica di mutui per la prima casa. I prestiti per le aziende rimangono in contrazione, anche se gli istituti bancari cominciano nuovamente ad aprire le porte anche a quelle posizioni rischiose che fino qualche mese fa venivano totalmente escluse. La qualità del credito (soggetti in sofferenza) è in lieve peggioramento (1.5% rapporto tra nuove sofferenze e crediti), ma rimane un’eccellenza nel panorama italiano; la raccolta bancaria cala dell’1.9% e le famiglie si orientano con sempre maggiore frequenza verso conti correnti semplici, oppure investono in azioni e fondi comuni, a discapito di titoli di stato e obbligazioni.
(nella foto Daniele Coine, Paolo Compagnoni e Luciana Aimone)
(alessandro bianchet)