Mercato del lavoro: disoccupazione a 8.9%
Un quadro di persistenti difficoltà all’interno di una fase congiunturale ancora altamente incerta, sebbene con qualche piccolo segnale di miglioramento. Questo l’estremo sunto di “Discontinuità e continuità nel mercato del lavoro regionale”, il documento che illustra i dati sul mercato del lavoro elaborati dall’osservatorio regionale, presentato questa mattina dal dottor Dario Ceccarelli nell’ambito della consueta conferenza stampa di Giunta. «L’analisi non era volta a fare semplicemente il punto sul numero di occupati e disoccupati, ma piuttosto per capire cosa è successo in questi anni – spiega Ceccarelli -, in una situazione congiunturale così sfavorevole e persistente». Gli effetti parlano di «un mercato del lavoro che nonostante le dinamiche negative continua sostanzialmente a tenere – continua Ceccarelli -, visto che continuiamo a rimanere tra le regioni con saldo migliore. Chiaro che l’aumento della disoccupazione (8.9%, quasi triplicato dalla soglia fisiologica del 3.2%) porti disagio, ma il quadro dimostra che tutti siamo andati nella stessa direzione. Un’altra conferma è legata alla femminilizzazione del mercato del lavoro, in cui siamo primi in Italia, dovuta soprattutto al fatto che il settore dei servizi è stato quello meno colpito dalla crisi. Ancora una volta, poi, in corrispondenza di una difficoltà, si conferma la riduzione dell’uso di lavoratori provenienti dal bacino extraterritoriale: quando le cose vanno male, importiamo meno manodopera». Parecchi aspetti sono invece cambiati in questi anni di profonda crisi: «Dalla ricerca emerge una maggiore difficoltà occupazionale maschile – rivela Ceccarelli -, che va letta, però, anche in un’ottica di aumento dell’offerta di lavoro, con molte più persone attive e, di conseguenza, disoccupate». Da qui emerge un aumento del part-time (spesso involontario) soprattutto da parte degli uomini. Altro dato rilievo è rappresentato dalla sempre minore capacità del settore pubblico di assumere a causa del «turnover ridotto (confermato anche per il prossimo anno il rapporto di 1 a 10) e del blocco delle assunzioni.
«Questo documento ci permette uno studio non superficiale dei dati – commenta l’assessore alle Attività Produttive Delio Donzel -. Da qui trarremo le indicazioni per stilare il programma di sviluppo industriale e aritigianale della Valle d’Aosta: i punti principali dovranno essere l’investimento su sviluppo e ricerca e l’azione di formazione nelle scuole. Fondamentale, infine, puntare sulla specializzazione, soprattutto nel settore industriale».
(alessandro bianchet)
Condividi