Turismo invernale: «puntiamo sugli sciatori alla giornata»
E’ datato 10 dicembre 1976 il primo verbale dell’associazione regionale valdostana delle imprese esercenti trasporti a fune (Fenit), antesignana dell’Avif, l’associazione che oggi riunisce gli impianti a fune della nostra regione, guidata da Ferruccio Fournier.
«Quest’anno inizia il 40º anno della nostra attività – ha spiegato Fournier – dal 1976 a oggi abbiamo vissuto tanti cambiamenti, tanta tecnologia, tante iniziative per potenziare e migliorare il sistema degli impianti, delle piste e delle infrastrutture. Sono stati gli sforzi di gente coraggiosa ed entusiasta che senza aiuti pubblici, immettendo capitali e capacità imprenditoriali, diede l’impronta al sistema turistico della nostra regione, contribuendo a bloccare lo spopolamento di molti paesi di montagna». L’analisi di Fournier si fa critica quando spiega che «il sistema Valle d’Aosta non fu in grado di intervenire in maniera incisiva, soprattutto mettendo delle norme sull’utilizzo del territorio. Così, anzichè sfruttare la possibilità di fare economie, proliferarono le seconde case, arrivando così a molte rendite ma poca capacità di reddito» – ha analizzato il presidente Avif.
Fournier ha parlato anche di prospettive; «accorpare le aziende piccole a quelle più grandi ha sicuramente portato dei vantaggi ma è necessario contenere ulteriormente le spese di gestione per l’equilibrio finanziario così come è importante che ci sia un sensibile aumento dei proventi derivante da una maggiore affluenza sugli impianti».
Già ma come, anche considerato che il 90% del fatturato degli impianti a fune è sul periodo invernale?
Secondo quanto riferito da Fournier, non ci sono possibilità di ampliare la forbice degli utenti valdostani (che peraltro rappresentano solo il 3% del fatturato) e non si può neppure fare troppi ragionamenti sui posti letto, considerato «che la capacità ricettiva del settore è scarsa rispetto alla dimensione del sistema trasporti a fune, specie se rapportato ai posti letto di stazioni d’Oltralpe».
L’unica possibilità, secondo Fournier, è puntare sugli sciatori alla giornata, quelli residenti nelle regioni di prossimità, Piemonte, Liguria e parte della Lombardia. «Si potrebbe anche pensare ai clienti occasionali che soggiornano in alloggi e che potrebbero dare un contributo significativo; pensiamo che si stimano circa 120 mila posti letto nelle seconde case – ha spiegato Fournier – anche una piccola crescita del 2.5% del tasso di occupazione porterebbe a 3mila persone in più; calcolando una tariffa media di 30 euro a persona per giornata, e moltiplicata per 100 giornate, darebbe un risultato di 9 milioni di euro».
«Si tratta di un conteggio ipotetico che però può rappresentare una ipotesi sulla quale lavorare».
Nella foto, da sinistra, l’assessore al Turismo Aurelio Marguerettaz, il presidente della Regione Augusto Rollandin, il presidente Avif Ferruccio Fournier e il presidente della BCC valdostana Marco Linty.
(cinzia timpano)