Emergenza abitativa Aosta: lavora tre ore al giorno, perde la casa
L’impiego in pasticceria aumenta da 2 a 3 ore al giorno, lo stipendio arriva a sfiorare i 600 euro al mese e questo le fa sforare i paletti dettati dall’Isee per accedere all’emergenza abitativa. Il risultato è che Patrizia Ponticelli, 39enne aostana, con la sua bambina di 5 anni, deve abbandonare la sua casa di via Adamello entro il 31 dicembre.
Il racconto: devo abbandonare la mia casa
«Sono entrata in emergenza abitativa quando mia figlia aveva 3 anni e io non avevo un lavoro – racconta la diretta interessata -. Nel frattempo, anno 2014, ho fatto anche la domanda per ottenere una casa popolare, visto che ero riuscita a ottenere un impiego per due ore al giorno che mi consentiva comunque di pagare un minimo affitto».
L’aumento dell’orario di lavoro nel corso 2015 ha fatto alzare l’Isee, regalando una brutta sorpresa a Patrizia Ponticelli. «Arrivo a guadagnare quasi 600 euro a fronte di 219 euro di affitto – continua -. Con questi soldi devo pagare tutto: utenze, medicinali per mia figlia e via dicendo. Poi, a settembre, mi è arrivata una lettera in cui mi si dice che supero la soglia che mi consente di rimanere in emergenza abitativa. Va bene, dico io, ma dove vado? Perché pur essendo settima in graduatoria non mi è ancora stata assegnata una casa popolare a cui ho diritto»?
Patrizia prova anche a rivolgersi all’assessore alle Politiche Sociali, Marco Sorbara, «che mi conferma il fatto che non rientro più nei limiti e non ho più diritto alla casa. Ma come? Io che pago tutti i mesi non ho diritto ad avere un tetto? Soprattutto in una condizione in cui è il Comune stesso a essere indietro con i pagamenti al mio padrone di casa? E’ una cosa allucinante, visto che ci sono anche parecchi appartamenti di edilizia residenziale pubblica che sono vuoti. Ditemi dove vado, chi mi paga il trasloco? Come faccio ad andare da mia madre che ha una sola stanza»?
M5S: basta giochetti
A dar manforte al grido di allarme di Patrizia Ponticelli arriva la consigliera del Movimento 5 Stelle Patrizia Pradelli. «Ci ha contattati la signora in quanto disperata – esclama Pradelli -. Io dico solo che bisogna piantarla con l’assegnazione di case popolari nei momenti più convenienti, guarda caso con l’avvicinarsi del 2018. Com’è possibile che ci siano persone in graduatoria che attendono dal 2011 senza avere risposte? Basta con questi giochetti».
Pradelli rilancia poi un vecchio cavallo di battaglia, nel momento in cui Patrizia Ponticelli rivela di avere una cartella di Equitalia da 1.300 euro per il mancato pagamento della tassa sui rifiuti. «Cosa aspettiamo ad approvare il baratto amministrativo per consentire alle persone che non riescono a pagare di farlo attraverso lavori socialmente utili? – attacca Pradelli -. Dopo che è stata bocciata la nostra mozione non se n’è saputo più nulla».
Sorbara: Ponticelli rientrerà nell’assegnazione delle case popolari
Non le manda a dire sul caso l’assessore alle Politiche sociali, Marco Sorbara: «Quando si è presentata da me chiedendo delucidazioni sulla sua esclusione dall’emergenza abitativa – ricorda Sorbara – ho subito contattato gli uffici: ebbene, la commissione dell’emergenza abitativa, presieduta da un giudicie, ha ritenuto che non ci siano più i requisiti per rientrare in questa casistica. Per cui, o andiamo contro la legge, oppure ci dica, il Movimento 5 Stelle, cosa si può fare. Invece di lamentarsi, comunque, la signora dovrebbe essere un minimo riconoscente, perché in questa situazione le è stato consentito, grazie anche al contributo della comunità, di migliorare il proprio Isee».
La paura della signora Ponticelli, però, è quella di rimanere senza un tetto: «Il problema si risolverà, perché a breve assegneremo 76 case popolari. Ci sono stati dei ritardi per motivi burocratici, ma la signora non rimarrà senza una casa».
Comune insolvente?
Marco Sorbara conferma quanto sostenuto da Patrizia Ponticelli: il comune è indietro con i pagamenti di alcuni padroni di casa: «In effetti su qualche saldo siamo in ritardo e abbiamo avuto una riunione con i padroni di casa per pianificare la soluzione della situazione – conclude Sorbara -. Per ovviare a questo problema, dai contratti del 2017 provvederemo al pagamento anticipato della somme, evitando così ritardi ingiustificabili».
(alessandro bianchet)