Tribunale Aosta: le carenze di organico rischiano «effetti deleteri»
Un Tribunale in buona salute e ottima efficienza, se non per quanto riguarda qualche correzione da apportare alle sezioni Gip e Gup, ma che se non vedrà colmate le lacune in organico tra i magistrati giudicanti, la cancelleria e i giudici di pace, rischia di andare in difficoltà e di portare a una «giustizia raffazzonata».
Questo, in estrema sintesi, lo stato del Tribunale di Aosta, dipinto dal presidente Eugenio Gramola, nell’ambito della presentazione del Bilancio sociale 2017.
Rischio di soppressione di un posto in organico
L’aspetto che più preoccupa Eugenio Gramola, come già anticipato da Gazzetta Matin, è la possibile soppressione di un posto nell’organico dei magistrati giudicanti. Attualmente, con il prossimo pensionamento dell’ex presidente del Tribunale Massimo Scuffi e il conseguente “spostamento” dello stesso Gramola, i magistrati sono 7, con un posto vacante, che rischia la «soppressione a seguito del possibile accentramento delle funzioni fallimentari presso il Tribunale di Torino o di Ivrea – spiega il presidente –. Noi speriamo di coprire la lacuna in tempi brevi, ma con l’eventuale diminuzione della pianta organica questo non potrebbe avvenire, portando effetti decisamente deleteri sull’andamento dell’ufficio giudiziario». Il posto in questione è quello del giudice Marco Tornatore, che peraltro «dedica solamente il 20% della sua attività alla sezione fallimentare, svolgendo il resto dell’attività da giudice penale, producendo un elevato numero di sentenze; mi sto adoperando per superare questo equivoco di fondo ed evitare conseguenze disastrose».
Giudici di pace
Discorso delicato anche quello riguardante i giudici di pace. L’organico, che prevederebbe 5 unità, è completamente scoperto, ma la presenza di due giudici applicati (per i quali sta finendo il periodo di applicazione) ha consentito di mettere una grande pezza: «Sono stati molto bravi, tanto da smaltire tutto l’arretrato – sottolinea ancora Gramola –. Speriamo solo che nel prossimo bando di concorso per il conferimento degli incarichi di Magistrati onorari, si riescano a coprire i due posti previsti per Aosta. Non è certo, ma questo consentirebbe di mantenere l’ottima funzionalità del settore, che altrimenti rischia involuzioni negative».
Carenza di organico in cancelleria
Non se la passa meglio l’organico della cancelleria del Tribunale, che su 45 posti «vede 32 presenti, con 4 distaccati dalla Regione – continua il presidente –. E’ un problema comune a tutta Italia, visti i tanti pensionamenti. Quest’anno perderemo un funzionario e due autisti (di fatto inseriti all’interno delle cancellerie): proverò a muovermi per ottenere qualche altro distacco dalla Regione».
Cala la durata dei procedimenti civili
Nonostante tutte le difficoltà, la macchina gira a pieno ritmo, come dimostra la riduzione della durata dei procedimenti civili: «Una causa ordinaria dura 416 giorni – ricorda Gramola –; un grande risultato se si considera che il complesso dei termini concessi alle parti per giungere all’emissione della sentenza assomma a 250 giorni, uniti ai tempi necessari per la notifica e ai 30 giorni a favore del giudice per il deposito della sentenza».
Cause di lavoro da «Leading class»
«Eccezionalmente favorevole» appare il dato relativo alle cause di lavoro, che vede una durata media di 60-70 giorni per cause senza istruttoria e di 4-6 mesi per quelle più complesse e che necessitano di testi e consulenze. Questi sono tempi da «leading class» ammette ancora Gramola.
Criticità nel penale
Quale criticità emerge, invece, nell’azione penale. «Un lieve peggioramento si riscontra negli uffici Gip – ammette il presidente del Tribunale –. Questo è dovuto all’introduzione di nuove normative, ma anche all’aumento delle richieste dell’istituto della messa alla prova, nonché all’avvicendamento di più magistrati nell’ufficio». Per quanto riguarda i dati, dal 2015/2016 al 2016/2017, la durata è passata da 52 a 115 giorni per il registro noti Gip-Gup, da 78 a 134 per il dibattimento collegiale e da 96 a 117 per il dibattimento monocratico.
«Si parla comunque di durate medie buone, visto che in alcuni tribunali un dibattimento collegiale dura addirittura anni – conclude Eugenio Gramola, che anticipa le contromosse –. Le incompatibilità sono sicuramente un’altra causa di questo allungamento dei tempi, ma questo si risolverà con una modifica delle tabelle di lavoro dei magistrati, rese più lineari e uniformi». In sostanza, le funzioni di Gip e Gup saranno separate «azzerando le ipotesi di incompatibilità», mentre per quanto riguarda i dibattimenti collegiali, sarà istituito un collegio fisso, composto da Eugenio Gramola, Marco Tornatore e Maurizio D’Abrusco.
Altre criticità
Altre criticità nel funzionamento del Tribunale si registrano nell’assistenza informatica «assicurata solo occasionalmente, grazie alla benevolenza dell’operatore di turno» e nelle difficoltà a reperire consulenti tecnici d’ufficio (soprattutto medici): «Per questo abbiamo chiesto a psichiatri e medici legali di dare disponibilità, nonostante i ritardi nei pagamenti».
Il presidente del Tribunale Eugenio Gramola si è poi congedato rispondendo a una domanda dei cronisti relativa all’indagine che vede coinvolto il pm sospeso Pasquale Longarini: «La presunzione di innocenza vale anche per i magistrati» ha chiuso Gramola.
(alessandro bianchet)