Ampliamento ospedale: assolto in appello Augusto Rollandin
La prima sezione della Corte d'Appello di Torino ha confermato sostanzialmente la sentenza di primo grado: assoluzione anche per Tropiano, Pallù, Giunti e De Checchi; l'ex presidente Rollandin non ha inteso rilasciare dichiarazioni
Assoluzioni confermate. Questa la decisione della prima sezione della Corte di Appello di Torino, che giovedì ha confermato la sentenza di primo grado relativa all’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di ampliamento dell’ospedale Parini di Aosta.
La sentenza
Nella sentenza letta dal presidente della Corte di Appello Elisidoro Rizzo, è arrivata la conferma dell’assoluzione già pronunciata ad Aosta per l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, per l’imprenditore Giuseppe Tropiano, per l’ingegnere e progettista Serafino Pallù, per il dirigente della Coup srl Paolo Giunti e per l’altro dirigente della società, Alessandro De Checchi.
Rispetto al primo grado, la sentenza ha anche rivisto l’assoluzione relativamente al capo C, dove l’abuso d’ufficio per l’aggiudicazione dei lavori del cunicolo (che collega l’area nord a quella sud del parcheggio pluripiano) è stato “cancellato” perché il «fatto non sussiste», rispetto all’iniziale «non costituisce reato».
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Raggiunto telefonicamente l’ex presidente Rollandin non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Le richieste
Ricordiamo che nell’udienza della scorsa settimana, il procuratore generale di Torino, Mario Gandolfo, aveva chiesto la stessa condanna formulata in primo grado ad Aosta dal pubblico ministero Daniela Isaia: un anno e sei mesi per l’ex presidente Rollandin, un anno e 8 mesi per Tropiano, due anni per Pallù, un anno e 6 mesi per Giunti e un anno e 8 mesi per De Checchi.
L’accusa
Nel corso della passata udienza, l’accusa, rappresentata dal pg Grandolfo, aveva parlato di «un ingiusto vantaggio patrimoniale» portato dalla vicenda dell’ampliamento dell’ospedale. Secondo il magistrato, infatti, ci sarebbe stato una sorta di «monopolio bilaterale», con tanto di «progetto organizzato dagli imputati». Secondo Grandolfo, «la vicenda va letta in quest’ottica», fatta di «interessi di favoritismo» che avrebbero portato a «danno ingiusto per gli esclusi dall’appalto».
I capi d’accusa
Ricordiamo che l’assoluzione in primo grado, pronunciata dal gup di Aosta Giuseppe Colazingari, era arrivata al termine di un processo con rito abbreviato il 24 novembre 2014, con il ricorso presentato dall’allora procuratore capo Marilinda Mineccia.
Per la procura aostana, l’accusa di abuso d’ufficio per Rollandin, Tropiano e Pallù sarebbe stata relativa agli atti della Giunta regionale, nei quali venne deciso «l’acquisto di cosa futura» del parcheggio pluripiano: tra questa delibera (novembre 2013) e lo schema di contratto per la compravendita del parcheggio dalla «ditta Saint-Bernard srl.» e il contratto firmato effettivamente, sarebbe venuta a mancare una pagina con alcune clausole ulteriori, mancanza che sarebbe andata a vantaggio dei “venditori” Tropiano e Pallù.
Questo, secondo gli inquirenti aostani, avrebbe procurato «un ingiusto profitto e rilevante vantaggio patrimoniale alla Società Saint Bernard srl. sottoscrivendo – Rollandin e Tropiano – un contratto di acquisto di cosa futura per il corrispettivo di 16.900.000 euro».
L’altra accusa, sempre di concorso in abuso d’ufficio, rivolta a Pallù, De Checchi, Giunti e Tropiano, era invece relativa alla realizzazione del tunnel tra il parcheggio pluripiano a nord di via Roma e quello a sud.
I commenti
«Ha agito nell’esclusivo interesse del bene della collettività e non ha favorito nessuno». Queste le parole rilasciate all’Ansa dal difensore di Rollandin, l’avvocato Giorgio Piazzese, che ha commentato a caldo la sentenza. Sulla stessa lunghezza d’onda il legale di Giuseppe Tropiano, Silvano Rissio: «Questa sentenza dice che non c’è stato alcun reato e che nessun danno è stato cagionato al pubblico, questa è la degna conclusione di questa vicenda». L’avvocato Adriano Consol, infine, ha sottolineato come sia «caduto l’impianto accusatorio, si fa giustizia dopo anni di sofferenze. Tutto quello che è stato ipotizzato non c’è e lo hanno detto due giudici».
(re.newsvda.it)