Concorso ginecologi: indagato il primario Livio Leo
Secondo l'inchiesta del pm Luca Ceccanti e della Guardia di Finanza di Aosta, partita da un esposto dell'ex assessore alla Pubblica Istruzione, Emily Rini, il direttore della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia avrebbe anche rivelato il contenuto dei quiz a candidati a lui vicini
Avrebbe rivelato il contenuto dei quiz ai candidati a lui vicini. Queste le accuse formulate dal pm Luca Ceccanti nei confronti del direttore della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Beauregard di Aosta, Livio Leo, unico indagato nell’ambito dell’inchiesta relativa al concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di quattro ginecologi che avrebbero dovuto andare a completare lo staff del primario.
Le accuse
L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore e condotta dalla Guardia di Finanza di Aosta, era partita da un esposto dell’ex assessore alla Pubblica Istruzione Emiliy Rini, «venuta a conoscenza di presunte irregolarità nello svolgimento del concorso». Dall’acquisizione dei documenti, gli inquirenti sono arrivati a ipotizzare che Livio Leo, anche presidente della commissione d’esame, avrebbe deciso di realizzare il concorso con domande sotto forma di quiz, invece che domande a risposta aperta (violando l’articolo 8 del bando di concorso, che prevedeva «una serie di quesiti a risposta sintetica inerenti la disciplina stessa»), fornendo peraltro ai candidati a lui vicini le risposte.
Il caso
Il caso, come accennato, riguarda il concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di quattro professionisti, per il quale si sono presentati sei candidati, tra i quali alcuni medici che già lavorano al presidio di via Vaccari, con contratti a tempo determinato (più volte rinnovati). L’esame, composto da una prova scritta e da una orale, aveva visto l’esclusione, tra gli altri, di due stimati professionisti che lavorano da tanti anni al Beauregard, Komi Kavege e Claudio Robba, nonché un’altra giovane professionista valdostana, Eleonora Bianquin, anche lei molto apprezzata da pazienti e colleghi.
Concorso annullato
Prima dell’esposto e dell’apertura del fascicolo d’inchiesta, la direzione dell’Usl aveva costituito una commissione d’inchiesta che aveva valutato la regolarità legale e procedurale del concorso, decidendo poi di annullarlo in autotutela.
«Seguirò l’evolversi della vicenda»
«Confido nell’operato della magistratura e mi auguro che su questa vicenda venga fatta piena luce, anche e soprattutto in riferimento a eventuali responsabilità – sottolinea Emily Rini -. Il mio esposto fu presentato con il solo scopo di potere fare chiarezza su una vicenda dai contorni opachi, cosa che mi aveva subito allarmata, a maggior ragione visto che stiamo parlando di professionalità quotidianamente impegnate a garantire la salute e il benessere delle donne nella nostra regione. Da mamma, prima ancora che da amministratrice, seguirò con attenzione l’evolversi della vicenda».
(al.bi.)