No a 25 migranti: Uvp stigmatizza e rilancia modello Sprar
Lo Sprar affida ai Comuni la gestione dell'accoglienza secondo le caratteristiche del territorio
Non vengono meno le prese di posizione in merito al no a 25 migranti siriani da parte della Presidente-Prefetto Nicoletta Spelgatti. Ultima in ordine di tempo quella dell’Union valdôtaine progressiste che stigmatizza il comportamento del governo regionale a trazione leghista e rilancia il modello di accoglienza Sprar.
Pura propaganda
Scrivono i consiglieri regionali del Leone dorato: «Prendiamo atto che assistiamo ad azioni che, sfruttando premeditatamente la pausa estiva del Consiglio regionale come ai tempi della prima Repubblica, da un lato hanno una connotazione puramente propagandistica come sui migranti e dall’altro, con la nomina del proprio collaboratore-portavoce scelto tra i compagni leghisti del Consiglio comunale di Aosta (Etienne Andrione ndr), stridono con il tanto proclamato cambiamento fondato sulla meritocrazia e sulla trasparenza, riproponendo vecchie logiche politiche e partitiche che speravamo superate».
Prosegue il comunicato: «Nell’ affrontare con serietà le problematiche inerenti al tema dei migranti abbiamo pertanto deciso di riproporre, qui di seguito allegato, quanto elaborato ad inizio febbraio dello scorso anno dal gruppo di lavoro dell’Uvp e che, proprio alla luce degli accadimenti di questi giorni, riteniamo ritorni ad essere una proposta di estrema attualità».
Migranti: un’idea di progetto per uscire dal “vuoto”
Un sistema ordinato e istituzionalizzato è l’unica via d’uscita per affrontare, con maturità e serietà, il tanto stigmatizzato tema dei migranti. La comunità è consapevole delle cause profonde che costringono queste persone a lasciare il proprio Paese in condizioni d’incertezza e a rischio della propria vita. Non avendo la possibilità di agire per rimuovere tali cause, è dovere comunque di ogni istituzione, ciascuna per il ruolo che le compete, attivarsi per lenire gli innegabili impatti che il fenomeno dei flussi migratori produce sulle comunità che accolgono i migranti.
Le ricadute sono maggiori poi nelle situazioni in cui i numeri degli ospitati sono sproporzionati rispetto alla popolazione residente. Occorre pensare e programmare in termini di modello, far uscire l’accoglienza dalla dimensione privata per entrare in quella pubblica. I Comuni devono avere voce in capitolo sul numero e la tipologia di migranti che sono disposti ad ospitare, sulle modalità dell’accoglienza.
E’ tempo di delineare un’assunzione di responsabilità da parte degli Enti Locali su cui oggi ricadono le scelte di altri. In VdA, ad oggi, l’accoglienza è gestita solo attraverso i Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) definiti sulla base delle indicazioni della Prefettura. Occorre che le Amministrazioni locali si approprino nuovamente delle strategie e degli interventi di welfare, contestualizzandole con le caratteristiche e le peculiarità del territorio. Questo vorrebbe dire dare la possibilità al Comune di scegliere la tipologia di progetto di accoglienza da realizzare individuando i destinatari da prendere in carico; creare un sistema che sia fondato sui piccoli numeri, che permetta l’applicazione di criteri di proporzionalità in relazione alla popolazione del territorio, per facilitare la gestione, il controllo ed i processi d’integrazione, sulla scorta delle esperienze pregresse di Regioni virtuose in tale ambito.
Sprar, via di uscita
Il modello valutato dal Gruppo di lavoro, costituito ad hoc dall’ Uvp, è lo Sprar: un servizio coordinato dal Ministero degli Interni in collaborazione con Anci che è stato attivato espressamente per gli Enti Locali, in un quadro di trasparenza amministrativa, e che si può organizzare rispettando le particolarità geografiche e demografiche della nostra Regione. Si tratta di un servizio che rimette la governance in mano al Sindaco, che può quindi tornare a decidere, insieme alla sua comunità, i numeri, le modalità e i soggetti da coinvolgere per organizzare l’accoglienza sul suo territorio. In Valle d’Aosta ad adottarlo sono stati i Comuni di Saint-Vincent, Saint-Rhemy-en-Bosses e Champorcher.