Grattacielo Aosta, la Commissione si trasforma in un processo
comuni
di Luca Mercanti  
il 11/12/2018

Grattacielo Aosta, la Commissione si trasforma in un processo

Grattacielo Aosta, la commissione consiliare si trasforma in un processo per la ricerca dei colpevoli

Avrebbe dovuto essere un tavolo tecnico «per fare un po’ di chiarezza sul “Contratto di quartiere I”», ma la riunione della Terza commissione consiliare del comune di Aosta, tenutasi questa mattina, martedì 11 dicembre, si è trasformata in un vero e proprio processo per ricercare le responsabilità dei ritardi nella consegna delle nuove case destinate agli inquilini del Grattacielo.

Convocata in seguito a una mozione presentata dal consigliere della Lega Valle d’Aosta, Etienne Andrione, ed approvata all’unanimità in consiglio comunale, la commissione doveva servire a fare chiarezza sulle problematiche emerse nella fase di collaudo delle nuove case del “Contratto di quartiere I”. La riunione si è trasformata invece in un fuoco di fila contro il sindaco di Aosta e l’amministrazione comunale, per cercare le responsabilità dei continui ritardi.

Il fuoco di fila

«Mi chiedo – ha sollecitato il consigliere del gruppo misto di minoranza, Lorenzo Aiello – perché non si è vigilato sulle dichiarazioni di un ex assessore che ha continuato a promettere agli inquilini del grattacielo che le case sarebbero state consegnate il giorno dopo, generando così delle aspettative che non sono state esaudite». A rispondere è stato il primo cittadino «Sulle nuove case sono state fatte dichiarazioni incaute. È vero che la voce dell’Amministrazione deve essere univoca ed è per questo che ho cercato di fare degli incontri pubblici per cercare di dare informazioni univoche da parte dell’amministrazione».

A rincarare la dose è arrivato poi il consigliere Etienne Andrione: «Le dichiarazioni incaute sono state fatte anche dal sindaco che il 21 agosto, sulla propria pagina Facebook, si lanciava in annunci roboanti dichiarando che il comune era “nelle condizioni di riuscire finalmente a consegnare gli alloggi”».

«La corda è stata tirata oltre ogni immaginabile limite di pazienza – ha aggiunto la consigliera Carola Carpinello -. Non usciamo di qua dando di nuovo una falsa speranza a quelle persone».

La consegna anticipata

Al tavolo tecnico hanno partecipato anche i dirigenti dell’area T-2 (sviluppo e gestione del territorio, stabili e impianti) Andrea Florio e Andrea Lazzarotto. Proprio Florio ha tentato di spiegare le cause dei ritardi e le intenzioni dell’amministrazione. «Nel corso delle operazioni di collaudo sono emerse alcune problematiche relative agli impianti – ha esordito il dirigente Florio -. A seguito della rilevazione delle problematiche è stato chiesto a figure tecniche di approfondirne la ragione. Con la delibera 114/2018 abbiamo preferito portare avanti i lavori per superare la fase di collaudo. Le eventuali responsabilità saranno accertate in un secondo momento. Il nostro obiettivo ora è la consegna anticipata delle case che può essere fatta qualora le condizioni di sicurezza del bene siano garantite. In tal modo accelereremo la fase di consegna degli alloggi. Parallelamente porteremo avanti le operazioni di collaudo».

Il termine dei lavori

«Il termine dei lavori per la messa a norma delle nuove case è previsto per il 20 dicembre – ha dichiarato il sindaco del capoluogo -. In fase di collaudo erano infatti emerse alcune problematiche: la mancanza di alcuni quadri elettrici ed un problema relativo alla pressione dell’acqua. Dopo il 20 potrà iniziare il collaudo, che dipende però dai soggetti collaudatori. Tecnicamente noi abbiamo già pronto l’atto di trasferimento. È evidente però che il trasferimento non avverrà il giorno dopo perché ci sono una serie di passaggi da rispettare. Siamo consapevoli che la situazione per gli inquilini del grattacielo sia ormai insostenibile. Stiamo sollecitando la ditta e gli uffici affinché mettano il massimo impegno e che il “Contratto di quartiere I “venga preso come priorità».

«Non possiamo far finta che questa situazione non sia un fallimento – ha concluso il presidente della Terza commissione Vincenzo Caminiti -. Non è possibile che l’amministrazione comunale renda così difficile la vita ai propri cittadini. Su questo dossier le responsabilità della politica sono tante».

(simona campo)

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