Minacce e spintoni a testimoni, obbligo di dimora e firma per i fratelli Rodà
Intralcio alla giustizia, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora per i fratelli Guido e Enrico Rodà. Lo ha disposto il gip di Aosta. Il motivo: i due Rodà hanno minacciato e spintonato i testimoni dell’accusa il giorno dell’udienza contro loro fratello Valentino.
I fatti risalgono al 31 ottobre 2018, giorno dell’incidente probatorio nell’ambito dell‘inchiesta per estorsione continuata a carico di Valentino Rodà, cinquantunenne di Saint-Marcel.
In base alle indagini della procura, Guido ed Enrico si erano presentati con fare intimidatorio nella zona antistante l’aula del tribunale, sottoponendo i tre testimoni a sguardi minacciosi e spintonandone uno. Il tutto prima dell’inizio dell’udienza, costringendo all’intervento gli uomini del servizio di vigilanza di palazzo di giustizia e poi la sezione di polizia giudiziaria e il Nucleo di polizia economica finanziaria della guardia di finanza di Aosta.
Nonostante le tensioni, aveva sostanzialmente confermato al giudice la sua testimonianza il commerciante aostano che – in base alle indagini – era stato costretto da Valentino Rodà a farsi carico di un mutuo per l’acquisto di un capannone da 180 mila euro.
Avevano reso dichiarazioni diverse invece le altre due persone sentite in aula, un carrozziere che gli avrebbe pagato noleggi auto per 10 mila euro e un gommista che avrebbe fornito gratuitamente un cambio di pneumatici.
Per i due fratelli il pm Ceccanti aveva chiesto al gip Giuseppe Colazingari gli arresti domiciliari.
A Valentino Rodà, arrestato nel settembre scorso, è stata concessa nel frattempo la misura cautelare dell’obbligo di firma.
(re.newsvda.it)
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