Omicidio di Cogne, Franzoni libera: «dimenticatela»
Nella foto d'archivio Annamaria Franzoni e il marito Stefano Lorenzi
CRONACA
di Luca Mercanti  
il 08/02/2019

Omicidio di Cogne, Franzoni libera: «dimenticatela»

E’ tornata a essere una donna libera Annamaria Franzoni, la mamma di Samuele Loernzi, condannata nel 2007 a 16 anni di carcere per l’omicidio del figlio avvenuto nella villetta di Cogne il 30 gennaio 2002. In seguito, la pena fu ridotta a meno di 11 grazie all’indulto. La donna, che si è sempre dichiarata innocente, entrò nel carcere bolognese della Dozza nel 2007 e  ne uscì nel 2014 per scontare il resto della pena ai domiciliari nella casa di famiglia a Ripoli Santa Cristina, Appennino emiliano.

La morte del piccolo Samuele

Samuele aveva 3 anni; la mamma lo lasciò solo in casa per 8 minuti: «Qualcuno me lo ha ucciso», disse.

Quel giorno, il 30 gennaio 2002, Stefano Lorenzi, il papà di Samuele e marito di Annamaria Franzoni, era a 30 chilometri dalla villetta di Montroz. Quando Samuele arrivò esanime al pronto soccorso della città, in elicottero, qualcuno parlò perfino di un morso di cane. La testa del bimbo era straziata da 17 colpi. Era stato colpito nel lettone di mamma e papà e poi coperto, anche il viso, con il lenzuolo. In camera schizzi di sangue ovunque. Annamaria disse di averlo trovato così, al ritorno dalla fermata dello scuolabus, dove aveva accompagnato il primogenito. E chiamò la vicina di casa, il medico di famiglia Ada Satragni che disse che a quel bimbo «era scoppiata la testa».

L’indagine cominciò con un trambusto, tredici persone entrarono in quella casa. L’arma del delitto non fu mai trovata: uno zoccolo, una piccozza, un portacenere di cristallo, un mestolo; le ipotesi furono tante. Perizie e contro perizie. L’arresto per pigiama e zoccoli macchiati di sangue e quegli 8 minuti trascorsi tra l’andare e venire dallo scuolabus. Un tempo troppo breve per pensare a un assassino in agguato, poi fuggito senza lasciare traccia. Il tribunale del Riesame le ridiede la libertà. L’avvocato era Carlo Federico Grosso. «Ero convinto e lo sono ancora dell’innocenza di Annamaria. Negli atti non vi erano elementi per una condanna».

«Dimenticatela»

Il legale di Annamaria Franzoni , Paola Savio, di Torino, dice: «L’appello che ho sempre rivolto e rivolgo anche oggi è di dimenticarla. Occorre pensare che ci sono familiari e che hanno sofferto con lei».

Nuova vita

Ora la villetta di Ripoli è deserta: al cancello è appeso il cartello «Vendesi». I Franzoni e la famiglia di Annamaria si sono trasferiti in una casa isolata nella stessa località.

Con Annamaria c’è anche il figlio minore, avuto un anno dopo l’omicidio di Samuele, mentre il fratello più grande non vive coi genitori.

Cogne

La comunità di Cogne, sindaco Ruffier in testa, ma tutta la Valle d’Aosta rimasero profondamente scossi da questa vicenda. Forse anche per l’eco mediatica che ebbe. Probabilmente, un “vuoto” di notizie di quei giorni fece concentrare l’attenzione dei media su quanto accaduto nella villetta di Montroz, villetta che per diversi anni divenne meta di visite di curiosi. Villetta che ancora oggi è in vendita.

(re.newsvda.it)

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