Aosta: il referendum sull’Arco d’Augusto non si farà, i proponenti attaccano il «democratico Centoz»
Arco d’Augusto pedonalizzato, il referendum non si farà. O meglio, a sentire i consiglieri comunali del capoluogo regionale che avevano abbracciato la causa (Étienne Andrione, Vincenzo Caminiti e Lorenzo Aiello), si tratta solo di un “rinvio”. Ma andiamo con ordine.
Vizio di forma per il referendum
Nella documentazione presentata dai proponenti vi sarebbe un vizio formale insormontabile: una delle 10 firme che sostengono la proposizione del referendum è di un cittadino non residente ad Aosta – requisito indispensabile per la costituzione del Comitato promotore.
La richiesta di referendum per la riapertura della circolazione veicolare intorno all’Arco di Augusto è stata quindi rigettata.
Ne ha dato notizia il sindaco di Aosta Fulvio Centoz attraverso la sua pagina Facebook.
«Nella giornata odierna, il dirigente responsabile dei Servizi demografici ed elettorali, ha inviato una lettera ai proponenti e, per conoscenza anche al sottoscritto, nella quale evidenzia l’impossibilità di accogliere la proposta di referendum – scrive Centoz – .Tra le altre cose, l’articolo 3, comma 2 del regolamento comunale per lo svolgimento del referendum prevede che il Comitato promotore sia composto da un minimo di 10 cittadini, mentre tra i proponenti ve n’è uno residente a Quart: difettano quindi i presupposti per proporre il referendum (soltanto nove sono residenti ad Aosta)».
Secondo il primo cittadino ci sono anche errori «nella denominazione dei proponenti e nella ricopiatura del numero della carta di identità».
Ipotesi referendum, il commento del sindaco
L’occasione è ghiotta, per Centoz, per levarsi qualche sassolino contro Lega VdA e Casapound, nello specifico i consiglieri comunali Étienne Andrione e Lorenzo Aiello che, insieme al consigliere del gruppo misto di minoranza Vincenzo Caminiti, hanno promosso e sostenuto il referendum.
Consiglieri che proprio martedì avevano convocato un incontro per denunciare il «comportamento dilatorio del sindaco» reo «di non aver nominato la Commissione chiamata a esprimersi sull’ammissibilità del referendum».
«Questa gente non è in grado di raccogliere 10 persone residenti ad Aosta per proporre un referendum consultivo e pensa di raccogliere 1500 firme come prevede il regolamento? – scrive Centoz – Questa gente tra un anno si presenta alle elezioni per gestire il comune quando non è neppure in grado di ricopiare i numeri di una carta di identità? Davvero dobbiamo farci prendere in giro da questi populisti pronti a salire in cattedra e a pontificare mentre, all’atto pratico, non sono neppure in grado di verificare l’ammissibilità formale di un referendum comunale controllando il regolamento?»
«C’è chi gioca e chi lavora» – conclude il sindaco elencando tutta una serie di delibere e progetti sui quali la Giunta è al lavoro e concludendo il suo scritto con gli hashtag #aostapertutti #aostainclusiva #aostasportiva #aostaturistica.
Voce ai promotori
Si dicono «stupiti» Andrione, Aiello e Caminiti, che partono all’attacco: «Lo stupore non deriva tanto dalla notizia della residenza sbagliata – chi è pratico di raccolte firme sa che è un rischio abbastanza frequente, ancorché siano dovute profonde scuse alla cittadinanza per l’omesso controllo -, ma dai tempi e modi della comunicazione».
Secondo i tre membri del Consiglio comunale di Aosta, infatti, «il sindaco scrive che il dirigente avrebbe inviato nella giornata di oggi comunicazione ai tre rappresentanti del comitato promotore del rigetto del referendum. Ora, non solo appunto questi ultimi lo apprendono da Facebook e non dal ricevimento della comunicazione, ma, al momento della pubblicazione del post, l’ufficio elettorale confermava a uno dei sottoscritti (il consigliere Aiello) che l’invio della comunicazione era appena stato fatto».
La «sguaiata gioia del “democratico” Centoz»
Agli occhi di Andrione, Caminiti e Aiello, «risulta insopportabile la sguaiata gioia manifestata dal “democratico” Centoz».
Secondo i tre, il sindaco avrebbe «un rapporto di profonda ostilità» con le consultazioni popolari «non precedute da patti della Perenni, e combattute dalla sua maggioranza con i metodi su cui indaga ora la Direzione Distrettuale Antimafia».
Un nuovo comitato promotore per il medesimo quesito
«Impregiudicate le valutazioni che i rappresentanti del comitato promotore faranno sui modi con i quali sono venuti a conoscenza del rigetto – si legge in un comunicato firmato dai tre sostenitori “politici” dell’iniziativa -, annunciamo che, non appena questo sarà formalmente comunicato, contribuiremo alla formazione di un nuovo comitato promotore (accertandoci questa volta che tutto sia fatto correttamente e rinnovando con l’occasione le scuse alla cittadinanza) che riproporrà quanto prima il medesimo quesito già inviato». E ancora: «Nell’attesa e la speranza di poter finalmente assistere a una consultazione libera e democratica, diamo – vogliamo essere ottimisti malgrado tutto – appuntamento a tutti i cittadini ai banchetti di raccolta firme che, se il quesito sarà giudicato ammissibile, organizzeremo appena possibile».
Nella foto, lo scatto dell’Arco d’Augusto che accompagna il commento del primo cittadino Fulvio Centoz.
http://www.gazzettamatin.com/gazzettamatin/2019/05/07/aosta-avanti-sul-referendum-per-riaprire/
(cinzia timpano e federico donato)
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