Delitto di Cogne: no al pignoramento della villetta
Oggetto del contendere, la casa dove fu ucciso Samuele Lorenzi.
Delitto di Cogne: no al pignoramento sulla villetta. È l’esito dell’udienza che si è svolta questa mattina nel Tribunale di Aosta davanti al giudice dell’esecuzione Paolo De Paola.
Oggetto del contendere era la villetta in cui, il 30 gennaio 2002, fu ucciso il piccolo Samuele Lorenzi; per l’omicidio, Annamaria Franzoni ha scontato una pena di 16 anni. Ora, l’avvocato Carlo Taormina – che assistette la donna fino in Appello – aveva intenzione di ottenere il pignoramento della villetta.
La sfida legale sulla casa di Montroz ha origine nella sentenza civile che ha condannato la donna a risarcire il penalista per un mancato compenso di oltre 275 mila euro, per la difesa nel giudizio. La sentenza del Tribunale di Bologna che ha accolto le ragioni dell’avvocato Taormina è esecutiva da marzo 2017. Gli onorari da pagare a Taormina furono quantificati in 275 mila euro, che arrivano, nell’atto di precetto, a oltre 470 mila sommati di Iva, interessi e cassa previdenza avvocati.Il 22 ottobre a Franzoni è stato notificato il pignoramento che riguarda quello che sarebbe l’unico bene aggredibile: metà della proprietà immobiliare.
«Il pignoramento è stato dichiarato inefficace. È improcedibile: non è stata presentata alcuna istanza di vendita e dunque nessuna vendita sulla casa di Cogne verrà fatta», ha dichiarato l’avvocato Lorenza Parenti, che assiste Annamaria Franzoni. Su questa procedura non ci saranno altre udienze, «ci siamo comunque riservati di azionare il giudizio di merito», ha aggiunto il legale.
Secondo quanto riporta l’Ansa, Carlo Taormina non ha chiesto entro il termine di 45 giorni dalla data del pignoramento (scattato il 22 ottobre scorso) la messa in vendita dell’immobile.
(re.newsvda.it)