Coronavirus: dopo Venezia salta anche il Carnevale di Ivrea
Cancellata la Battaglia delle arance e il programma collaterale
Il Coronavirus fa saltare anche il Carnevale di Ivrea. Lo ha annunciato ieri sera, domenica 23 febbraio, il sindaco Stefano Sertoli: «niente battaglia delle arance».
Dopo l’annuncio choc della cancellazione del Carnevale di Venezia, ecco per la festa eporediese. Dei tre giorni di festa, solo uno si è potuto celebrare. Per giunta sotto tono, con quasi la metà degli spettatori abituali. Oggi e domani le arance resteranno nelle cassette di legno.
Le ordinanze della Regione e del Comune vietano qualsiasi manifestazione pubblica per motivi sanitari.
I precedenti
Tre volte nella storia il Carnevale di Ivrea s’è fermato. Durante le due guerre mondiali e poi nel 1960, quando Adriano Olivetti, mecenate e imprenditore rivoluzionario del Canavese, morì improvvisamente proprio a ridosso del carnevale. Fu un colpo per una città devota, che decise di deporre i festeggiamenti in segno di rispetto all’uomo che più di ogni altro ha dato lustro (e lavoro) alla città.
Edizione sfortunata
Bisogna partire dai segnali negativi delle settimane scorse per comprendere a fondo il clima amaro di oggi. Prima, i dissapori di alcuni figuranti “ufficiali napoleonici” esclusi, costretti a ricorrere al Tar per poter continuare a indossare le loro divise. In seguito la sostituzione all’ultimo momento del Generale in carica, travolto dalle ombre di uno scandalo per presunte molestie sessuali:nei confronti della vivandiera del corteo. Uno scandalo, se si pensa che il carnevale di Ivrea è tutto incentrato sulla difesa dell’onore di una donna: la mugnaia, appunto.
In un primo momento gli aranceri avevano detto che sarebbero andati in piazza ugualmente, ma in seguito hanno dovuto alzare bandiera bianca. L’ordinanza è chiara, l’amarezza anche.
(re.newsvda.it)