Testimonianza, dalla Finlandia Mikael Faa: «Qui mi sento sicuro»
Il racconto del giovane studente valdostano di Aviation Business che attualmente vive nella città di Porvoo
Testimonianza. L’epidemia di Covid-19 non risparmia nessun paese europeo e anche il nord del nostro continente sta lottando da settimane contro questa preoccupante minaccia biologica. Mikael Faa è un giovane studente valdostano di Aviation Business che attualmente vive in Finlandia e che ha deciso di raccontarci la sua esperienza.
Il racconto
«Per il momento i contagiati nell’intero paese sono circa 2000 di cui 300 in ospedale, una ventina in terapia intensiva, e una trentina i morti. Numeri piuttosto bassi, ma il governo è pronto nel caso in cui questi si alzino». Tutto è cominciato a fine gennaio con l’individuazione del primo malato ufficiale. «Era un turista cinese in Lapponia. Tuttavia è stato un caso isolato; chi è stato a contatto con lui è risultato negativo e lui stesso è guarito nel giro di qualche giorno. La situazione si è aggravata nei primi giorni di marzo, quando alcuni finlandesi di ritorno dall’Alto Adige hanno sentito i primi sintomi. Immediatamente alcune università hanno deciso di chiudere i campus e passare alle lezioni online senza nessun ordine ufficiale dall’alto; la mia facoltà ad esempio in un primo momento ha deciso di sospendere le attività fino al 30 aprile».
Cambio di passo
Tutto cambia ulteriormente a seguito del primo decesso, registrato il 13 marzo. «Quel giorno in cui io mi trovavo a Helsinki per questioni burocratiche e da quel momento il governo e le aziende hanno iniziato a muoversi e a prendere le prime contromisure; il 23 marzo è iniziato un lockdown parziale dell’Uusimaa, la regione più a sud della Finlandia e anche la più popolata, della quale fanno parte Helsinki e la mia città, Porvoo».
Mikael spiega tuttavia che la vita dei cittadini finlandesi prosegue tranquillamente. «Nel resto della Finlandia, dove i casi sono pochi, si vive relativamente nella normalità, solo le scuole e la maggior parte dei negozi sono chiusi, restano aperti solo i supermercati, i Kioski (che sono un po’ come i nostri tabacchini), i negozi di telefonia a orari ridotti e i ristoranti solo per ordini take away. Possiamo ancora uscire e questo è un bene perché la Finlandia è piena di foreste sterminate e spazi verdi. Inoltre i Finlandesi praticano il distanziamento sociale per natura e il rischio quindi è piuttosto basso. Anche se si sta all’erta, e la gente ha ovviamente paura».
In Finlandia mi sento sicuro
La decisione di non tornare a casa non è certo stata presa a cuor leggero dal giovane ragazzo di Aosta, che tuttavia si sente più sicuro in Finlandia. «Per quanto mi riguarda questo semi-isolamento sta andando abbastanza bene, sto seguendo tutte le lezioni online, così come i compiti e gli esami. L’università era già ben attrezzata dal punto di vista telematico e digitale quindi il cambio non è stato traumatico».
C’è tuttavia una punta di malinconia. «Certe volte è dura essere completamente soli, perché praticamente tutti i miei compagni che non vivono nella mia città sono tornati dalle loro famiglie. Tuttavia non aveva senso per me tornare, rischiando di mettere in pericolo me e la mia famiglia. Per di più, siccome non sono stati organizzati voli di rimpatrio dalla Finlandia mi sarei dovuto sobbarcare un viaggio di più di 48 ore con quattro scali in giro per l’Europa. Qui, mi sento al sicuro».
La preoccupazione per i parenti a casa non manca, ma con le moderne tecnologie anche in un momento difficile come quello attuale si possono abbattere le distanza. «Ogni giorno mi tengo in contatto con i miei amici italiani e finlandesi e con i miei familiari. Leggere le notizie e i bollettini dall’Italia mi mette sempre molta paura, non so quando tornerò ad Aosta ma sarà sicuramente bellissimo! Per ora cerco di godere a pieno della mia esperienza, approfittando di questa quarantena anche per migliorare il mio finlandese!».
(laurent Bionaz)