Fase 2: l’Adava chiede l’accesso all’ecobonus per le strutture alberghiere
Economia
di Danila Chenal  
il 04/06/2020

Fase 2: l’Adava chiede l’accesso all’ecobonus per le strutture alberghiere

Il presidente dell'Associazione albergatori Filippo Gérard si è confrontato nella mattinata di oggi, giovedì 4 giugno, con il senatore Albert Lanièce e la deputata Elisa Tripodi

Fase 2. L’Adava chiede l’accesso all’ecobonus per le strutture alberghiere. Il presidente dell’Associazione albergatori Filippo Gérard si è confrontato nella mattinata di oggi, giovedì 4 giugno, con il senatore Albert Lanièce e la deputata Elisa Tripodi per chiedere loro di sostenere tale possibile modifica del decreto.

Decreto rilancio

Ricordiamo che è iniziato l’iter di conversione in legge del cosiddetto “Decreto Rilancio” che vedrà impegnata la Commissione Bilancio della Camera nell’analisi dei molti emendamenti presentati dai diversi gruppi parlamentari.Tra i vari argomenti in discussione ci sarà anche la possibile estensione dell’ecobonus del 110% per gli interventi di efficientamento energetico a soggetti diversi dai condomini e dalle persone fisiche.

Le motivazioni

«E’ veramente importante riuscire a cogliere questa occasione che permetterebbe anche alle strutture ricettive del nostro settore di portare in detrazione le spese sostenute per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, sostenendo e rilanciando al contempo tutto il settore dell’edilizia e dell’artigiano che negli ultimi anni ha subito importanti cali di lavoro e di fatturato».

«L’estensione di tale iniziativa a tutto il mondo della ricettività permetterebbe, poi, di cogliere l’opportunità di mettere in atto un piano di ristrutturazione energetica che rilanci in un’ottica di sostenibilità ed ecocompatibilità l’offerta di accoglienza turistica della nostra regione».

«Tra le altre cose questa potrebbe rappresentare una sorta di compensazione della situazione di svantaggio in cui si trovano gli edifici destinati all’attività alberghiera che vengono purtroppo considerati come fabbricati di lusso ai fini del calcolo e del pagamento dei tributi quali l’Imu, mentre in realtà sono semplicemente dei beni strumentali al pari, ad esempio, di un capannone per le attività artigianali».
(re.aostanews.it)

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