Geenna, la moglie di Raso: «I politici chiedevano sostegno a mio marito, lui accontentava tutti»
Maria Elia, sentita come teste della difesa, ha riferito anche in merito al rapporto di conoscenza tra il ristoratore e Marco Fabrizio Di Donato
Nel ristorante la Rotonda di Antonio Raso mangiavano spesso anche politici e si organizzavamo anche cene elettorali. Non di rado qualche candidato (o politico) chiedeva un sostegno elettorale al ristoratore, il quale «accontentava tutti, diceva a tutti di sì. Lui era lì per fare il ristoratore, quindi diceva “sì” giusto perché doveva lavorare e voleva tenere buoni rapporti con tutti. Era un bravo “venditore”, diciamo così». E’ quando emerso dalla deposizione di Maria Elia, moglie del ristoratore imputato per associazione mafiosa, sentita come testimone della difesa nell’ambito del processo Geenna.
«Mio marito è venuto in Valle, come tanti, per lavorare. Ha iniziato al ristorante, poi ha fatto altri lavori come il panettiere. Noi quando venuti su eravamo da soli con mia mamma, lui è stata la persona più importante per noi dopo nostro padre. Oltre alla sua, pensava anche alla mia famiglia», ha riferito la teste rispondendo alle domande dell’avvocato Pasquale Siciliano (difesa Raso).
Riguardo alla sua situazione economica, Elia ha affermato: «Finché non mi hanno sequestrato i beni andava bene, ora faccio un po’ fatica ma me la cavo con il ristorante».
La donna ha poi confermato di conoscere Marco Fabrizio Di Donato (imputato a Torino in abbreviato per 416 bis): «C’erano buoni rapporti tra le nostre famiglie. Lui lo conosco da tanto tempo, fu uno dei primi che ho conosciuto quando sono arrivata in Valle. So che ha dei precedenti, ma penso che lui abbia pagato per i suoi errori quindi è giusto dargli una possibilità. Poi al ristorante venivano anche membri delle forze dell’ordine a mangiare e la cosa non li disturbava».
Dopo aver spiegato che «in Valle siamo tanti della famiglia, tra cugini e tutto saremo una cinquantina», la testimone ha aggiunto: «Il ristorante era frequentato anche da politici e c’è stata anche qualche cena elettorale. Ma mio marito lavorava, non prendeva mai parte alle cene».
Infine, rispondendo a una precisa domanda sul punto, la moglie di Raso ha ricordato che mesi dopo gli arresti del 23 gennaio 2019 la Rotonda subì una rapina a mano armata che, secondo quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica di Aosta, sarebbe stata posta in essere da un conoscente ed ex dipendente di Raso.
(f.d.)