Referendum: scende in piazza il Comitato del no al taglio dei parlamentari
Per i promotori ridurrebbe rappresentatività e quindi democrazia in Italia
Referendum: nato il Comitato del no al taglio dei parlamentari. «No, no, no. E tanti altri potrebbero essere i No al referendum confermativo della riforma costituzionale che, dicono tanti, troppi partiti nazionali, riduce il numero dei parlamentari(da 630 deputati a 400 e da 315 senatori a 200), e che invece,a parere nostro – dice Francesco Lucat – referente di Rifondazione e tra i promotori del Comitato del No in Valle d’Aosta – riduce il Parlamento e la Democrazia nel nostro Paese». Lucat ha parlato sabato 29 agosto in un tardo pomeriggio uggioso, in una piazza Chanoux ancora piena di gente distratta dall’euforia feriale, che al massimo buttava un solo occhio.
Le motivazioni del no
Lucat cerca di illustrare «i danni ed i pericoli derivanti da una riforma che svilisce il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentatività» ma pochi prestano orecchio. «E’ soprattutto indegno che una riforma di questa portata, che incide sulla Costituzione in modo pesante, sia stata mescolata con elezioni regionali e amministrative per distrare i cittadini italiani dal problema centrale».
L’esponente di Rifondazione ha elencato le falsità messe in giro dai fautori del Sì. Ha snocciolato: «Non è vero che in Europa l’Italia ha il numero più alto di parlamentari; non è vero che con il taglio saranno risparmiati 500 milioni a legislatura; non è vero che ci sarà maggiore efficienza del Parlamento; è una riforma scritta male sui cui, peraltro, pende l’incostituzionalità>. E’ fermamente convinto che «la riforma ridurrebbe in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza dei territori. Potrebbe anche tornare il mai tramontato progetto di realizzare al Nord una macroregione, con buona pace per l’autonoma Valle d’Aosta». A conferma quanto affermato, porta, tra gli altri, anche «l’appello di quasi 300 costituzionalisti per il ”No” alla riforma>.
Infine Lucat, alle tante ragioni per votare N0 al referendum, aggiunge anche un altro elemento. «Sul fronte del Sì sono schierati, se mettiamo da parte M5S, soprattutto i partiti della destra. Dire un chiaro e forte No significa anche dare un voto convintamente antifascista, in difesa di quella Costituzione Italiana nata dalla lotta di Resistenza al nazifascismo».
(alessandro camera)