Aosta, viaggio tra luci e ombre del Quartiere Dora
Abitanti e commercianti della zona Est di Aosta sono abbastanza soddisfatti, anche se ogni tanto si sentono un po' trascurati
Aosta, viaggio tra luci e ombre del Quartiere Dora.
Abitanti e commercianti della zona Est di Aosta sono abbastanza soddisfatti, anche se ogni tanto si sentono un po’ trascurati.
Trascurati da un lato, ma contenti per un quartiere che sta diventando sempre più tranquillo e a portata di famiglia, pur con una piccola recrudescenza di microcriminalità che fa drizzare le antenne.
In estrema sintesi è questa la condizione del Quartiere Dora secondo chi la zona la vive tutti i giorni e magari è nato in quell’angolo di città racchiuso tra il cavalcavia di corso Ivrea e una via Berthet spesso troppo trafficata.
Per un fruttivendolo e una lavanderia che se ne sono andati, è arrivata una palestra molto frequentata, mentre lo storico Hotel Joli, a quanto pare, lascerà il posto a un centro per la salute mentale. I lavori sono in corso, ma al momento altri dettagli non sono emersi.
I pareri
È soddisfatta di essere approdata in zona Alessia, che nel 2019 ha aperto lo Studio Palestra Eden. «Il quartiere è abbastanza vivo e anche se dopo l’emergenza Covid è un po’ difficile riprendere, devo dire che per il mio lavoro è stata una buona scelta – racconta -. Tanti residenti vengono qui da me e tutto sommato si può dire di essere in una parte della città tranquilla». Alessia sottolinea però una cosa. «In confronto allo scorso anno, qualcosina sta cambiando, sembra che qualche sprazzo di “malavita” (se così si può definire) stia tornando, ma fortunatamente i controlli di polizia e carabinieri non mancano».
Vede una situazione in chiaroscuro Michele dell’X Bar, aperto ormai da sei anni. «Le attività del quartiere patiscono, perché c’è poco movimento e i flussi turistici non ci toccano minimamente. È dura, siamo tutti un po’ più poveri, ma devo dire che gravi situazioni di disagio qui non ci sono. Nel giro di qualche anno, anzi, il quartiere si è popolato». Michele, però, chiede uno sforzo alla politica. «Bisogna fare qualcosa in più per la zona, siamo abbandonati, tanto che non ci mettono nemmeno le luminarie per Natale. Inoltre, l’aiuola che costeggia via Valli Valdostane è stata abbandonata per due anni e solo in questi giorni sono tornati a pulirla. Un po’ più di considerazione non guasterebbe».
È un più positivo Domenico, titolare dell’omonimo negozio di coiffeur per uomo. «Sono qui dal ‘98 e in questi anni ho visto il quartiere cambiare davvero tanto, ora si sta bene, è diventato più tranquillo. Grazie al campetto, finalmente alla sera si vedono in giro un po’ di bambini e ragazzi, speriamo che duri. Certo è che se le forze dell’ordine passassero un pochino di più sarebbe ancora meglio». La chiosa è sugli affari. «Non siamo messi tanto bene – conclude -. Nel post Covid stiamo facendo fatica, ma teniamo duro».
Nelle sapienti mani di Domenico troviamo Rosario, nato e cresciuto in zona. «Confermo. Forse mancano un po’ di attività commerciali, ma per il resto il quartiere è cresciuto tanto. Sono stato felice di vedere costruire campetto e giardinetti, anche perché ho lottato in prima persona per averli». Anche Rosario esclude situazioni limite e gravi casi di povertà. «Non è più il quartiere popolare di una volta. Va tutto abbastanza bene, speriamo che continui così».
Situazione tra luci e ombre per Lina, proprietaria di Imago acconciature. «Sono qui dal 2004 e ci ho anche abitato e onestamente vedo il quartiere abbandonato come sempre – attacca -. Lavorativamente parlando per me è un problema relativo, ma non è possibile che mettano delle aiuole poi per due anni non le curi nessuno. Ad esempio, investire sull’abbellimento della zona invece di fare la festa non sarebbe più utile? Per fortuna l’X bar fa un po’ di feste e contribuisce a creare un bel clima tra tutti noi, sembra di stare in un paese». In conclusione, insomma, «il quartiere è diventato sicuramente più tranquillo. Onestamente, però, devo ancora capire perché non facciano più usare il campetto da calcio a 5».
Michele Giorgio e Laura
Allo storico Circolo Dora ci accoglie, sorridente, Laura. «È una zona desolata, un po’ abbandonata, dove non c’è molto movimento. Basti pensare che ci hanno messo due anni per sistemare il verde e non ci sono ornamenti né fiori. L’aspetto positivo è che il quartiere è diventato tranquillo rispetto a tanti anni fa». Mentre elogia «l’iniziativa estiva del cinema all’aperto», anche Laura si chiede «perché non aprono più il campo di calcetto, costringendo i ragazzi ad andare al parco della parrocchia». L’ultima analisi arriva da Michele, storico abitante del quartiere. «Siamo abbandonati – esclama -, onestamente non c’è nessuno che ci assista. Fino a un paio di anni fa la zona era tenuta bene, ora non è più così e sono tornati solo ora a sistemare l’aiuola. Stiamo bene nel complesso – conclude -, ma un minimo di presenza e considerazione in più non guasterebbe».
(alessandro bianchet)