Libera Valle d’Aosta: «Serve consapevolezza, da sempre denunciamo fatti e comportamenti sottovalutati»
L'associazione commenta la sentenza del processo Geenna
La sentenza pronunciata dal Tribunale di Aosta, pronunciata mercoledì 16 settembre al termine del processo Geenna, «riconosce e conferma quanto già detto nella sentenza dell’abbreviato dello scorso 17 luglio, l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta nella Regione con struttura verticistica che ha creato un vero e proprio sistema per concorrere e operare nelle attività economiche del territorio con diversi episodi e mediante un controllo anche sull’esercizio del diritto di voto e tutto questo incide anche sulla qualità della rappresentanza». E’ quanto scrive l’associazione Libera in riferimento alla sentenza con cui il Collegiale di Aosta ha condannato tutti e cinque gli imputati nell’ambito del processo su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
Continua la nota: «Libera ha sempre denunciato l’esistenza di fenomeni che disvelavano l’esistenza di comportamenti e fatti che non dovevano essere sottovalutati e che invece vedevano un clima di disinteresse e grave sottovalutazione nel territorio. Nel 2012 Libera pubblicò un report intitolato “L’altra Valle d’Aosta” che ricalca punto per punto quanto affermato dalla requisitoria del pubblico ministero Stefano Castellani e quasi totalmente accolto dal Tribunale di Aosta nella sentenza. Libera da anni lavora nel territorio per creare e far nascere una cultura della consapevolezza e della responsabilità nella cittadinanza perché sempre consapevole che l’esistenza e l’occupazione di un territorio da parte delle mafie ne danneggia le comunità e ne condiziona anche la qualità della vita comunitaria».
La condanna dei tre imputati (Antonio Raso, Nicola Prettico e Alessandro Giachino) «sia per la costituzione e la conduzione del Locale, la condanna dei due politici (Marco Sorbara e Monica Carcea) per concorso esterno ci richiama ancora di più a renderci consapevoli che ognuno di noi in quanto cittadino ha la responsabilità di occuparsi, vigilare e partecipare in modo attivo alla vita della comunità. Come Libera ci impegneremo a far conoscere e comprendere ciò che da questo dibattimento è emerso, proprio per aiutarci a leggere le differenti modalità con cui oggi le mafie si muovono, ricordando sempre ciò che scriveva Rita Atria, ovvero “per sconfiggere la mafia fuori di noi, dobbiamo prima sconfiggerla in noi stessi”».
Infine, Libera fa sapere che «utilizzerà la somma riconosciuta a titolo di provvisionale, qualora effettivamente liquidate, per realizzare progetti specificamente dedicati al territorio ed in particolare finalizzati all’affermazione della cultura della legalità e della responsabilità nelle scuole e ancora un progetto sarà rivolto al mondo delle professioni e verterà sulla tematica dell’Etica delle Professioni ed Etica della Politica».
(re.aostanews.it)