Coronavirus: sì alla legge sulle riaperture ma senza i voti del centrosinistra
Larghi margini di manovra per il presidente della Giunta Erik Lavevaz
Coronavirus: sì alle riaperture ma senza i voti del centrosinistra. Sulla proposta di legge regionale, approvata con 28 voti a favore e 7 astensioni, la maggioranza di centro sinistra è andata divisa al voto: gli autonomisti (Alliance valdôtaine, Stella Alpina, Union valdôtaine e Vallée d’Aoste Unie) hanno votato a favore con i gruppi Lega e Pour autonomie, mentre Pcp si è astenuto.
Le posizioni
Per la capogruppo di Pcp Erika Guichardaz: «La salute e l’economia non possono essere contrapposte in una guerra di potere, non dobbiamo illudere le persone. Questa legge non sarà operativa in tempi brevi. Chiederemo con forza i ristori. Lo scontro politico fine a se stesso non ci appartiene».
«Questa legge è immediatamente applicabile; si dà un mandato molto forte al presidente della Regione. Che il nostro tessuto sociale ed economico possa ripartire. C’è un unico rammarico: forse arriva tardi» ribatte Andrea Manfrin, capogruppo della Lega.
Andrea Padovani (Pcp): «Questa legge non fa chiarezza, aumenta la confusione. Il rischio di impugnazione è davvero forte».
«Abbiamo ribadito che la Valle d’Aosta c’è e vuole difendere le sue prerogative» ribadisce Giulio Grojacques (Uv).
«La montagna tutta è sotto attacco. Questa è una cornice per il presidente della Regione. Se il governo sta lavorando bene dovremo votarla all’unanimità. Non banalizziamo, la montagna non è solo sci. Forse dall’esterno hanno deciso di non votare questa proposta. Non facciamoci calpestare da chi ha deciso in questo montagna» ha tuonato Albert Chatrian (Alliance valdôtaine).
Per Jean-Pierre Guichardaz (Pcp): «Il Pd non ha capi né capitani. Se dobbiamo criticare non ci tiriamo indietro. Rispetto all’ordinanza appena emanata non abbiamo avuto esitazioni. Abbiamo dato il nostro incondizionato sostegno al Presidente. Altra questione è questa proposta di legge che è pericolosa, illusoria e mal impostata. Non ci interessa l’aspetto politico: è sbagliata e dannosa. E’ un fatto di sicurezza dei cittadini che dovrà essere garantita dal presidente della Regione. Questa legge non ci porta in tranquillità verso la fine della pandemia ma rischia di infilarci in un cul de sac pericoloso dal punto di vista della salute. Ci porta a ripiombare in una terza ondata. Non ci asterremo in ottemperanza al principio di precauzione».
La soddisfazione della Lega
«La proposta di legge inizialmente depositata dal Gruppo Lega, si è arricchita durante i lavori dell’aula, del contributo di tanti colleghi arrivando così ad un testo efficace ed utile alla nostra collettività». E’ quanto scrive la Lega a bocce ferme.
Autodeterminazione
«Il progetto di legge si pone l’obiettivo ambizioso, ma essenziale per una Regione autonoma, di poter autodeterminare sul proprio territorio le misure che maggiormente si adattano alle esigenze della propria Comunità. Grazie alla sua approvazione sarà ora possibile, per la Valle d’Aosta, adattare le disposizioni nazionali relative alla gestione dell’emergenza determinata dal Covid-19 al territorio valdostano e alle sue specificità. In particolare, l’intervento è funzionale all’adozione di provvedimenti che possano consentire, ad esempio, di modificare gli orari di apertura delle varie attività commerciali e la gestione degli impianti sportivi e sciistici».
«Grazie a questa legge, approvata con la sola astensione dei Consiglieri di Progetto Civico Progressista, finalmente la Valle d’Aosta si riappropria della sua Autonomia. Ora sarà cura del Presidente della Regione e di tutta la Giunta applicarla e disciplinare quanto prima le riaperture. La Lega, come sempre, vigilerà sulla sua piena applicazione».
(d.c.)