Inchiesta Finaosta: chiesta la condanna di Rollandin, Perron e Lévêque in Appello
Massimo Léveque insieme all'avvocato Bagalà
CRONACA
di Federico Donato  
il 03/02/2021

Inchiesta Finaosta: chiesta la condanna di Rollandin, Perron e Lévêque in Appello

Il Pg Giancarlo Avenati Bassi, al termine della requisitoria, ha chiesto 1 anno di reclusione per i tre imputati; sono tutti accusati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente

Un anno di reclusione e 500 euro di multa. Questa la richiesta di condanna formulata dal pg Giancarlo Avenati Bassi nei confronti di Augusto Rollandin, Ego Perron e Massimo Lévêque. L’ex presidente delle Regione (e attuale consigliere regionale), l’ex assessore alle Finanze e l’ex presidente di Finaosta sono accusati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Nel corso dell’udienza relativa al processo d’Appello – tenutasi nella mattinata di mercoledì 3 febbraio e durata un paio di ore – è andata in scena la requisitoria dell’accusa. Dopo la formulazione delle richieste di condanna, poi, ha preso la parola l’avvocato di Rollandin, Giorgio Piazzese, per l’arringa difensiva.

L’avvocato Margueret insieme a Ego Perron

Il processo è stato quindi rinviato all’11 marzo, quando andranno in scena le arringhe degli avvocati Corinne Margueret e Maria Rita Bagalà, rispettivamente difensori di Perron e Lévêque.

L’inchiesta

L’inchiesta, coordinata dal pm Luca Ceccanti, riguarda la nomina di Lévêque a presidente della finanziaria regionale. Secondo l’accusa, infatti, nel marzo 2015, prima che fosse pubblicato il bando per la nomina del presidente di Finaosta, Augusto Rollandin ed Ego Perron ne avrebbero comunicato il contenuto a Lévêque. I due amministratori regionali (Rollandin era presidente della Regione, mentre Perron era assessore al bilancio), e quindi “pubblici ufficiali”, si sarebbero anche spesi in rassicurazioni, arrivando a garantire a Lévêque che il compenso previsto (31 mila 500 euro all’anno), sarebbe stato aumentato fino a 100 mila euro; secondo la ricostruzione degli inquirenti, Lévêque ne aveva chiesti almeno 80 mila.

Assolti in primo grado

Il 13 maggio 2019, al termine del processo di primo grado (celebrato con rito abbreviato), tutti e tre erano stati assolti dal gup del Tribunale di Aosta Luca Fadda «perché il fatto non sussiste». Nelle motivazioni, il giudice sostiene che la procedura relativa alla scelta del presidente di Finaosta non possa considerarsi procedura selettiva in quanto il provvedimento dirigenziale non potrebbe rientrare nella nozione di “bando o altro atto equipollente”, quindi mancherebbe un elemento strutturale della fattispecie contestata.

Augusto Rollandin in Tribunale, ad Aosta

Secondo il gup, il procedimento amministrativo relativo alla nomina del presidente della finanziaria regionale non può essere considerato una gara. In aggiunta, il provvedimento dirigenziale con cui è stato integrato “l’avviso pubblico di cui al provvedimento dirigenziale relativo alle nomine in scadenza nel 1° semestre 2015, con le cariche in seno agli organi sociali di Finaosta spa” non può essere considerato un bando o altro atto equipollente.

Nella vicenda per cui erano chiamati a rispondere i tre imputati, secondo Fadda «non si è svolta alcuna “gara” (..) poiché il sistema previsto dalla legge regionale n°11 del 1997, cui il provvedimento dirigenziale fa integralmente riferimento, è privo di precisi criteri di selezione e sostanzialmente rimesso alla valutazione fiduciaria dell’organo competente». Il gup, infatti, evidenzia che «il provvedimento dirigenziale con cui è stato dato avviso pubblico delle cariche in scadenza in Finaosta spa nulla dice in ordine ai criteri di selezione» e solo in alcune schede allegate prevede i requisiti specifici oltre a quelli previsti dalla normativa in esame. «Orbene – conclude Fadda – la lettura di tale legge evidenzia il carattere assolutamente discrezionale della nomina».

Tesi non abbracciate dalla Procura della Repubblica di Aosta, che aveva deciso di ricorrere in Appello.

(f.d.)

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