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  • Aosta: vaccini al Palaindoor, ma paradossalmente potrebbe esserci qualche vantaggio
    Una panoramica del Palaindoor di Aosta
    ATTUALITA'
    di Alessandro Bianchet  
    il 03/02/2021

    Aosta: vaccini al Palaindoor, ma paradossalmente potrebbe esserci qualche vantaggio

    La decisione di Protezione civile e Usl di concentrare le vaccinazioni anti-Covid nella struttura di regione Tzamberlet potrebbe dare una spinta ai lavori per l'adeguamento del primo piano che potrebbero partire anche nel corso della campagna: intanto arrivano soldi dalla Regione

    Il Palaindoor di Aosta chiuderà in anticipo, presumibilmente il 5 febbraio, rispetto alla proroga del 31 marzo, per lasciare spazio, come da decisione di Protezione Civile e Usl, al polo di vaccinazione della Plaine.

    Questo, però, paradossalmente, potrebbe portare qualche vantaggio in ottica lavori per l’ottenimento del certificato di prevenzione incendi.

    A questo si aggiunge un primo stanziamento della Regione per permettere il sopralluogo di un professionista per valutare la resistenza al fuoco della struttura, nonché la promessa («formale, ci sono mail che lo confermano» assicura il sindaco) di una quota per i futuri lavori di adeguamento.

    Nella discussione fiume del consiglio comunale, insomma, qualche piccola, forse piccolissima, buona notizia sembra emergere per tutti gli sportivi che rimarranno orfani di quella che può essere considerata la Casa dello sport valdostano.

    Le iniziative

    Tre le mozioni in gioco (approvata all’unanimità solo quella di Fratelli d’Italia e Forza Italia), già presentate nella puntata precedente della seduta, ma che vengono attualizzate alla luce delle ultime notizie (anticipate lunedì da Gazzetta Matin) della chiusura, della petizione online e della manifestazione di venerdì delle associazioni sportive.

    «Preferito far finta di niente»

    A cominciare il fuoco di fila delle minoranze ci pensa la leghista Sylvie Spirli, che ricorda come «il problema esiste da anni». Spirli ripercorre l’iter che ha portato all’ultima, inaspettata svolta, e sottolinea come questo abbia «lasciato stupiti tutti i cittadini e le associazioni sportive che, da un giorno all’altro, si sono ritrovate a piedi».

    Per la consigliera del Carroccio c’è qualcosa di poco chiaro, visto che «ci sono problemi di sicurezza, non si sa se il Comune li risolva o meno e poi si decide di ospitare le vaccinazioni – esclama -. Chiediamo soluzioni in tempi brevissimi, anche perché l’ex assessore Marzi, nel 2019, aveva comunicato di aver trovato i soldi. I lavori avrebbero dovuto partire nel 2020, ma tra una cosa e l’altra si preferito far finta di niente».

    «Stigmatizziamo la situazione»

    Stigmatizza la situazione il consigliere di Forza Italia, Renato Favre, che ripercorre la storia del Palaindoor.

    Dopo la concessione al Coni del 2007, la scrittura privata del 2009 che concedeva l’utilizzo del sottotetto per le federazioni e ancora la scrittura privata che concedeva al Coni cinque campi da tennis, un campo multidisciplinare e la palestra di arrampicata, «la consegna delle tribune del Tesolin avrebbe dovuto porre fine a tale scrittura – ricorda Favre -, ma la gestione è stata prorogata poi fino al dicembre 2020».

    Nel 2017, però, «ci si accorge che manca il CPI e il 19 dicembre di quell’anno si predispone il conferimento di un incarico per la progettazione definitiva ed esecutiva – continua Favre -. La previsione è di lavori per 1.5 milioni di euro, da effettuarsi in quattro anni a struttura chiusa e sei anni in caso di divisione in lotti».

    E qui arriva l’attacco. «Evidentemente avete avuto poco tempo per il passaggio di consegne con l’amministrazione precedente – tuona Favre -. Non possiamo far altro che stigmatizzare la situazione e dare pieno sostegno alle famiglie e alle persone che trovavano svago e ospitalità».

    «Siamo preoccupati»

    «Siamo preoccupati per una storia drammatica – esclama il capogruppo di Rinascimento VdA, Giovanni Girardini -. Ci fa paura che la cessione alla Protezione civile della struttura possa diventare definitiva. Ricordo che questa situazione si allarga a tutta la società, visto che ci sono problematiche particolari in questo periodo di emergenze e ci sono tanti ragazzi in difficoltà a cui viene tolta una possibilità».

    Girardini dà la colpa «alle Giunte precedenti, che non hanno fatto nulla per risolvere la questione del CPI» rintuzza, riservando una stoccata all’ex assessore Carlo Marzi e pregando di «coinvolgere la Regione e trovare una soluzione».

    Sergio Togni (Lega) si chiede «com’è possibile che un progetto del 2006 non abbia il CPI» e si raccomanda di «fare i lavori a lotti».

    Paolo Laurencet (Fratelli d’Italia), invece, sottolinea un aspetto. «I militari, da discorsi informali, si auguravano di essere coinvolti nella vaccinazione – rivela -. Questa sembra l’ennesima scelta per la quale vince il Covid e perdono tutti gli altri».

    La maggioranza

    La maggioranza prova a rispondere al fuoco di fila.

    «È un capitolo triste e sono solidale con le società sportive – dice l’assessore alle Opere pubbliche, Corrado Cometto -. Il problema creerà disagi, ma è il capitolo di un libro che non abbiamo scritto noi. Onestamente, la struttura non avrebbe mai dovuto essere aperta, ma noi ce la siamo trovata così».

    E sottolinea. «La Protezione civile ha bisogno semplicemente di un locale coperto e riscaldato – rivela – e se la sicurezza non è sufficiente ha dotazioni e personale per vigilare».

    Cometto fa poi il punto sul sopralluogo della scorsa settimana, con il tecnico “finanziato” dalla Regione. «Il risultato sulla resistenza al fuoco della struttura non è così male – evidenzia -. Questo, fortunatamente, può far pensare di agire al più presto con l’adeguamento, almeno, del primo piano».

    Le ricollocazioni

    «Ci siamo attivati da subito – evidenzia l’assessora allo Sport, Alina Sapinet -. Da oltre un mese abbiamo contattato le associazioni sportive e fatto proposte a 14 società. Solo 6, al momento, sono attive e abbiamo ricevuto grande disponibilità anche da altre gestori per ricollocarle».

    Secondo Sapinet «le situazioni più delicate riguardano arrampicata (ci sono contatti con l’Esercito), atletica (speriamo di aprire al più presto il Tesolin) e tennis (ci sono accordi per usare piazza Mazzini)» continua l’assessora, che poi conferma: «c’è un piano della Regione per creare palestre nell’ambito dell’edilizia scolastica».

    Il sindaco

    Ripercorre tutto l’iter il sindaco Gianni Nuti, che afferma come l’ipotesi di usare il Palaindoor per le vaccinazioni fosse emersa «durante lo studio della gestione dei flussi».

    Il problema è che, per la Protezione civile, gli spazi della Pépinières «non sono apparsi idonei», anche alla luce di «pesanti accorgimenti per il riscaldamento». Scartata, poi «l’ipotesi aeroporto», non è rimasto che il Palaindoor.

    Per questa struttura, il discorso CPI non interessa la Protezione civile, in quanto «ha una deroga specifica» e può contare sul «presidio costante dei vigili del fuoco».

    E per questo la sede «è stata scelta convintamente da Protezione civile e dal direttore generale dell’Usl – continua Nuti -. Non abbiamo margini di trattativa, anche perché il Palaindoor, al netto della deroga che avevamo predisposto, avrebbe dovuto essere già chiuso».

    Il primo cittadino prova poi a delineare i tempi, parlando di una campagna vaccini che «dovrebbe concludersi entro il 30 settembre» e prova a dare un barlume di speranza.

    «Possiamo trarre vantaggio dall’handicap – spiega -. La collaborazione con i Vigili del fuoco ci ha già permesso di risparmiare 20 mila euro per la riduzione delle misure di compartimentazione e per la prima fase di messa in sicurezza».

    Questo intervento, così, potrebbe «ridurre i tempi di attuazione dei lavori – evidenzia il sindaco -. Dovremo partire dal progetto preliminare, ma poi compartimentando le zone potremo evitare di tenerlo chiuso per tre anni. Pensiamo di partire dal primo piano e ridare gli spazi ad atletica, arrampicata e Disval in tempi ragionevolmente brevi».

    E questo potrebbe avvenire anche «nel corso della campagna vaccinale, la Scia parziale e le interlocuzioni potrebbero permetterci di mettere a posto l’area».

    E chiosa. «Noi ci assumiamo tutte le responsabilità, anche dei precedenti governi, così come abbiamo fatto per la proroga – conclude -. Ma quando la struttura sarà completamente a norma, onestamente non lo so dire».

    (alessandro bianchet)

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