Turista morta in albergo a Courmayeur: chiesta l’archiviazione per la guardia medica indagata
Per il pm Francesco Pizzato, dagli accertamenti e dall'esito delle consulenze tecniche non sono emersi profili di colpa addebitabili ai sanitari che ebbero in cura Ilaria Sirotti
Il sostituto procuratore Francesco Pizzato ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo relativo alla morte di Ilaria Sirotti. La 54enne genovese, in vacanza a Courmayeur, aveva perso la vita nella notte tra il 20 e il 21 febbraio in un albergo. Dopo la denuncia presentata dai parenti di Sirotti, la Procura aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati la guardia medica intervenuta sul posto.
La vicenda
Ma andiamo con ordine. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nella notte del decesso la sorella della vittima aveva segnalato al soccorso sanitario che la donna aveva un forte dolore al petto e mal di schiena. Tuttavia – secondo quanto ricostruito dalla Procura di Aosta -, Sirotti aveva rifiutato l’intervento dell’ambulanza in codice rosso, optando per il servizio di continuità assistenziale.
Terminata la visita, la guardia medica intervenuta sul posto le aveva quindi somministrato un’iniezione di antidolorifico. Circa un’ora dopo, però, Ilaria Sirotti aveva avuto un forte malore e si era accasciata sul letto. Giunta sul posto l’ambulanza, i sanitari del 118 avevano tentato invano di rianimarla.
Le consulenze
Per comprendere i fatti, il pm si era rivolto a due consulenti: Olga Veglia, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, e Fabio Verzini, specialista in chirurgia vascolare.
Dalla consulenza tecnica è emerso che il decesso di Sirotti è ascrivibile «a un arresto cardiocircolatorio irreversibile consecutivo a tamponamento cardiaco da emopericardio conseguente a rottura intrapericardica di dissezione della aorta ascendente, dissezione di tipo A». Un «evento catastrofico» di «difficile diagnosi in assenza degli strumenti diagnostici adeguati proprio a causa dell’ampio spettro sintomatologico di presentazione», secondo gli esperti.
Ciò detto, i consulenti della Procura evidenziano come, anche se Sirotti avesse accettato l’intervento dell’ambulanza in codice rosso, «il tempo necessario per diagnosi e cura non sarebbe stato sufficiente per riuscire ad eseguire con successo un intervento cardiochirurgico».
Dunque, «corretta e priva di censure appare la condotta» della guardia medica indagata. E infatti, per questi motivi, il pm Pizzato ritiene che non siano emersi profili di colpa addebitabili ai sanitari che ebbero in cura Ilaria Sirotti. Ora, l’ultima parola spetta al gip.
(f.d.)