Assoidroelettrica denuncia: a CVA condizioni di favore, c’è violazione norme concorrenza
I produttori privati scrivono al GSE, al Governo regionale e a tre ministri per chiedere la revisione del deflusso minimo vitale
CVA ha un trattamento di favore rispetto ai produttori privati dell’idroelettrico valdostano. Lo denuncia l’Assoidroelettrica che scrive al Gestore dei Servizi energetici, al Governo regionale fino a tre ministeri.
Assoidroelettrica chiede la revisione del deflusso minimo vitale imposto alle concessioni idroelettriche assegnate ad imprenditori privati sui corpi idrici della Valle d’Aosta.
Secondo Assoidroelettrica, “molteplici sono i casi che potrebbero essere portati ad esempio. Confrontati con il DMV (deflusso minimo vitale) rilasciato a CVA sulle medesime aste torrentizie, quelli imposti agli operatori privati risultano a volte superiori anche del 3000%, facendo emergere abissali disparità di trattamento”.
Inoltre, l’Associazione sottolinea come “i DMV previsti per gli impianti privati sono stati assegnati in modo aprioristico, mentre quelli della CVA sono il frutto di un approfondito studio specifico. Appare pertanto di tutta evidenza che il deflusso ecologico corretto e sostenibile sotto il profilo ambientale è quello imposto a CVA che, ovviamente, deve essere uguale a quello imposto agli altri impianti privati”.
Danno ambientale e economico
Assoidroelettrica sottolinea che “l’imposizione di un MDV superiore ai produttori privati comporta una minor portata media di concessione e, di conseguenza minori incassi per canoni, sovracarichi rivieraschi e sovracanoni dovuti al BIM, senza che questo sia in alcun modo giustificato dal punto di vista ambientale”.
Assoidroelettrica evidenzia che “l’imposizione di un MDV errato comporta non soltanto un danno ambientale dovuto alla minore produzione di energia da fonti rinnovabili ed un danno economico alla società che non può sfruttare tutta l’acqua disponibile, ma anche un danno erariale importante, perché le società proprietarie degli impianti versano nelle casse regionali oltre il 50% dei ricavi provenienti dalla vendita di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
A fronte di tutto ciò, “una mancata presa di posizione a seguito delle numerose segnalazioni formalmente presentate dai produttori, potrebbero rappresentare quasi certamente mancati introiti nella casse della pubblica amministrazione e, come tali, possibili di procedura di danno erariale”.
Oltre al danno erariale, Assoidroelettrica punta il dito sull’assenza “di parità di condizioni tra operatori”, quindi “illegittima dal punto di vista della concorrenzialità e passabile di procedura di infrazione, soprattutto in considerazione del fatto che CVA è da considerarsi società interamente di proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta attraverso la propria finanziaria regionale”.
(re.aostanews.it)