Richiedenti asilo: blatte e cimici nei centri di accoglienza valdostani, la Lega interroga Lavevaz
Lo fa per bocca del suo capogruppo Andrea Manfrin che sollecita il governo a maggiori controlli
Richiedenti asilo: la Lega chiede conto delle condizioni di vita nei centri di accoglienza valdostani. A farlo in aula il capogruppo Andrea Manfrin che ipotizza (ma ne è certo) condizioni al limite della decenza. Interroga il presidente della Regione Erik Lavevaz «se siano avvenute delle ispezioni nelle strutture convenzionate dal 2019 ad oggi».
L’intervento
Così Manfrin nel suo intervento: «Non sappiamo (è la formula scelta per la denuncia ndr) che i gli ospiti ricevono 4 euro al giorno per tre pasti; non sappiamo che lamentano l’esiguità dell’importo, che non possono acquistare scarpe e giacche invernali; non sappiamo che il gestore è restio a pagare i trasporti pubblici, che non hanno assistenza notturna, che il gestore non ha più proposto iniziative quali sport, volontariato, che non hanno diritto a farmaci; non sappiamo che ci sono blatte ovunque, che il centro è infestato dagli scarafaggi, dalle cimici nelle stanze da letto, che proliferano ciabatte con fili elettrici volanti, frigoriferi in stato pietoso, finestre divelte; non sappiamo di posacenere pieni sotto i letti, di stufe nel sottotetto. Non risulta nessun mediatore linguistico assunto dalla cooperativa, non vi sono figure di riferimento».«Se una cooperativa dice che è brutto servire un mero servizio alberghiero mal si concilia con quanto non sappiamo, con quanto perdura dal 2019, per 32 euro a persona al giorno viene erogato un servizio che potremmo definire scadente se ne fossimo a conoscenza».
La risposta
Nel rispondere Lavevaz ha detto: «Risponderò al suo quesito di natura maieutica. Quello che non so non potrò esprimerlo. Dal 2019 sono state fatte 21 ispezioni nei centri di accoglienza; sono emerse criticità in esito di attività ispettive. Abbiamo fatto i rilievi del caso ai gestori dei centri. Le stesse ispezioni hanno anche messo in luce – Lei ha descritto una sorta di ipotetico inferno dantesco – che così non è. Ci sono che buone pratiche adottate nei centri. Nei casi di criticità non risolte abbiamo configurato le penali».
La replica
Così Manfrin nella risposta: «Mi conforta che siano state fatte 21 ispezioni. Se nel 2019 faccio un’ispezione e rilevo blatte e cimici intimo al gestore di rimediare. Se nel 2021 rilevo che non si è posto rimedio e so che c’è un gestore che percepisce 32 euro e che dovrebbe fornire dei servizi, ma non lo fa, mi chiederi quali guadagni ha. Mi attendo che Lei compia i passi necessari affinché sui soldi pubblici erogati in maniera copiosa venga aperto un ampio approfondimento nel merito di chi questo servizio non ha erogato».
(d.c.)