Cimitero di Aosta, acido sulle tombe: scattata la denuncia, ma non ci saranno altre telecamere
L'ennesima denuncia di Rinascimento Valle d'Aosta riporta ancora una volta alla luce il problema degli atti vandalici; potrebbero essere utilizzati a sorveglianza i percettori del reddito di cittadinanza
Tombe di famiglia imbrattate con l’acido al Cimitero di Aosta, scattano le denunce, ma non ci saranno ulteriore telecamere per controllare la zona, anche se probabilmente potranno essere utilizzati come sorveglianti i percettori del reddito di cittadinanza che devono svolgere lavori di pubblica utilità.
I fatti
La questione è stata sollevata, ancora una volta, da Rinascimento Valle d’Aosta, che con la consigliera Eleonora Baccini evidenzia ancora una volta il problema già portato in Consiglio.
«Ci sono da tempo problemi di furti, atti vandalici e, da ultimo, tombe di famiglia imbrattate con l’acido – esclama la consigliera -. Per questo chiediamo maggiore controllo e anche l’aggiunta di telecamere, visto che le persone, ormai, sembrano non avere più nemmeno il minimo ritegno».
La vice sindaca
«La situazione non è nuova e ci sono dei punti, uno in particolare, sensibili e delicati» risponde la vice sindaca Josette Borre, che poi entra nei dettagli.
«Continuiamo a ricevere segnalazioni di danneggiamenti e furti e in particolare per l’ultimo fatto la persona danneggiata ha sporto denuncia e si sta provando a risalire ai colpevoli – spiega Borre -. Il furto dei fiori, in particolare, lo vivo davvero come uno sgarro indegno».
Le soluzioni, però, al momento non prevedono l’installazione di nuove telecamere.
«Il cimitero ha una superficie diffusa e diventerebbe difficile distribuire la videosorveglianza in modo tale da fornire equa copertura per tutti – conclude la vice sindaca -. Al momento ci sono quattro telecamere e coprono punti di interesse comune; non sono previste implementazioni».
Josette Borre, però, evidenzia come la situazione sia attenzionata.
«Abbiamo risposto alle segnalazioni, fatto sopralluoghi con cittadini, mi dispiace si parli di superficialità – chiosa -. Non è detto che la nuova governance di Aps non decida per un’analisi diversa; al momento, comunque, il cimitero è sorvegliato e custodito».
Le repliche
Si dice «rammaricata» Eleonora Baccini, mentre Giovanni Girardini calca la mano.
«Non bisogna offendersi se si parla di superficialità, visto che avete sempre sminuito le problematiche del cimitero – conclude il capogruppo di Rinascimento -. Nessuno chiede di riempire la zona di telecamere, ma solamente di implementarle, perché sappiamo bene che sono un deterrente».
Si inserisce il caporgruppo di PCP, Fabio Protasoni.
«Ci dimentichiamo l’aspetto del disagio provocato dalla presenza di telecamere in momenti così personali e particolari – dice -. La videosorveglianza, secondo me, va utilizzata con parsimonia e valore per proteggere la privacy dei cittadini».
La proposta
Lancia una proposta il consigliere del Carroccio, Bruno Giordano.
«Potremmo utilizzare i detentori del reddito di cittadinanza – dice -. Questi potrebbero prevenire furti di vasi, fiori o altro anche solo grazie alla loro presenza in un’area ad alta sensibilità».
Accoglie il suggerimento il sindaco Gianni Nuti.
«Nel programma di impiego delle persone percettrici di reddito di cittadinanza e che sono chiamate a lavori di pubblica utilità abbiamo inserito anche delle forme leggere di presidio di zone sensibili – conclude -. Credo che potremmo includere questa zona, anche se non riusciremo ad annullare il fenomeno».
(alessandro bianchet)