Inchiesta vaccini, ADU VdA: «Il presidente Bertin si dimetta»
Secondo il movimento «chi ha così mal rappresentato la comunità dovrebbe avere l'onestà di fare un passo indietro e dimettersi»
«Fin da subito avevamo chiesto chiarezza sul caso dei furbetti dei vaccini. Ancora una volta, la classe politica valdostana confonde l’autonomia con il privilegio. Mentre nel resto della Repubblica, le più alte cariche dello Stato attendevano il loro turno, nella “Dzenta Vallaye” i politici decidevano, di nascosto, di vaccinare subito i consiglieri regionali ultrasessantenni». E’ quanto scrive in una nota ADU VdA. Il riferimento è agli sviluppi dell’inchiesta condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura di Aosta sull’applicazione del piano vaccinale.
Secondo ADU «la vaccinazione prioritaria dei politici è il simbolo della degradazione del rapporto elettori ed eletti, una degenerazione del concetto di rappresentanza. Il presidente Bertin, a cui avevamo chiesto di farsi garante della trasparenza della massima Istituzione regionale, avrebbe invece dichiarato il falso agli inquirenti, ostacolando di fatto la ricerca della verità».
Gli interrogativi
Ma non è tutto: il movimento, infatti, sottolinea che «ci sono, però, alcuni aspetti ancora poco chiari: sul sito del Consiglio non risulta nessuna delibera dell’ufficio di Presidenza, in materia di vaccinazione dei consiglieri. Cosa sanno gli altri membri dell’ufficio di Presidenza, in particolare i due vicepresidenti Marguerettaz e Sammaritani? Quest’ultimo ha tra l’altro goduto della vaccinazione anticipata. Si è trattato di un’iniziativa del solo Bertin? Se così fosse, sulla base di quale norma, dato che leggendo l’art.10 della Legge regionale 28 febbraio 2011, n. 3 (Disposizioni in materia di autonomia funzionale e nuova disciplina dell’organizzazione amministrativa del Consiglio regionale della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste) parrebbe che nemmeno lo stesso ufficio di Presidenza avesse la competenza per intervenire su tale argomento ? E l’Assessore regionale alla Sanità era all’oscuro?».
Dalle indagini, «pare, addirittura, che il via libera alla vaccinazione sia arrivato con un whatsApp del Presidente Bertin e che i consiglieri coinvolti avessero ricevuto la convocazione dell’AUSL. Possibile? L’amministrazione pubblica dovrebbe agire con atti scritti o l’AUSL si è accontentata di una telefonata o di un messaggino? In questa vicenda, le istituzioni regionali hanno dato una pessima prova, in uno dei momenti più difficili della nostra storia: a marzo 2021, la vaccinazione poteva fare la differenza tra la vita e la morte. Chi ha così mal rappresentato la comunità dovrebbe avere l’onestà di fare un passo indietro e dimettersi. A partire dal presidente Bertin».
(f.d.)