Crepax, non solo Valentina: i mondi segreti del fumettista
Al Centro Saint Benin una conferenza di approfondimento sulla figura di Guido Crepax al quale è dedicata la mostra aperta fino al 31 ottobre
Crepax, non solo Valentina: i mondi segreti del fumettista.
Al Centro Saint Benin una conferenza di approfondimento sulla figura di Guido Crepax al quale è dedicata la mostra aperta fino al 31 ottobre.
Chi era Guido Crepax? È attorno a questa domanda che ha preso corpo l’evento Valentina e non solo. I mondi segreti di Guido Crepax tra arte musica e letteratura, che si è tenuto mercoledì 13 ottobre al Centro Saint-Bénin di Aosta nell’ambito della mostra I mille volti di Valentina (visitabile fino al 31 ottobre).
In un dialogo polifonico volto a sondare in profondità l’uomo che ha creato uno degli universi fumettistici più innovativi e affascinanti del XX secolo, Antonio e Giacomo Crepax, in dialogo con Daria Jorioz e Alberto Fiz, sono entrati nei labirinti della propria memoria e, in un viaggio a ritroso nel tempo fatto di aneddoti, ricordi e pensieri, hanno ricostruito la biografia umana e artistica del padre.
Ciò che stupisce, sentendo il flusso delle loro parole, è la quantità di idee, linguaggi e forme dell’esistente che Guido Crepax è riuscito ad assorbire e a restituire con la propria arte, creando un mondo di scatole cinesi che suo figlio maggiore riassume icasticamente con l’immagine del sentiero di Pollicino disseminato di sassolini da ripercorrere.
«Era un operaio del disegno – dice Antonio – lavorava tutti i giorni della settimana e viveva per la sua arte. Era curioso, attento e intellettualmente onesto: un grande divoratore di immagini e collettore di suggestioni artistiche. Nonostante fosse un artigiano solitario, era sempre presente e ha saputo favorire in noi figli il gusto della collaborazione e la passione per la narrazione: dedicandoci all’archivio Crepax, recuperiamo continuamente parti di noi stessi, arricchendoci e completandoci vicendevolmente».
Durante l’incontro, il ritratto del padre si fa sempre più sfaccettato e complesso: Guido Crepax, dotato di una personalità e una professionalità eclettiche (oltre che fumettista, era architetto, designer, illustratore di copertine e pubblicità), coinvolgeva quotidianamente la moglie e i figli nei propri interessi – dalla musica alla letteratura, dal teatro al design, dalla moda ai giochi, dal cinema all’arte – e ha saputo custodire ogni frammento della propria esistenza familiare e sociale attraverso un’espressione artistica e narrativa multimediale in continua evoluzione.
La stessa struttura della mostra, in effetti, articolata in sette aree tematiche che invecchiano temporalmente insieme a Guido, al suo alter ego Valentina e al mondo che li circonda, sembra riproporre spazialmente la poliedrica apertura mentale del suo protagonista.
«Quello che vedete di Guido Crepax è uno specchio della nostra famiglia – dice Giacomo – siamo sempre stati coinvolti e inseriti in tutto quello che faceva. Il suo fumetto era autobiografico: Valentina era lui, ma anche noi. Mio padre e il suo lavoro rimangono ancora oggi enigmatici: continuiamo a scoprire qualcosa di nuovo in quello che ha fatto e a trovare dei suoi disegni che non avevamo mai visto».
È forse l’insondabilità, allora, a preservare il mistero di Guido Crepax, e la bellezza della sua arte risiede anche in questo.
Nel suo non essere completamente afferrabile ed esauribile. Nel suo riuscire a emanare spiragli che accendono il desiderio della ricerca e della scoperta. Nel suo saper innescare un pensiero trascendente l’immediatezza dei colori e delle forme.
Questo senso di enigmaticità si addensa dopotutto in una frase suggestiva pronunciata dello stesso Crepax e ricordata da Antonio: «Il pennino è il mio psicoanalista, perché mi fa uscire quello che voglio e quello che non voglio».
(sara colombini)