Cannes, Le otto montagne in concorso al 75° Festival del cinema
Lo ha annunciato la direzione del festival ieri sera svelando i titoli che parteciperanno alla selezione ufficiale del Festival de Cannes
Cannes, Le otto montagne in concorso al 75° Festival del cinema.
Lo ha annunciato la direzione del festival ieri sera svelando i titoli che parteciperanno alla selezione ufficiale del Festival de Cannes.
Tra i 21 film in concorso per la Sélection officielle c’è anche Le otto montagne, il film di Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen, tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega, e girato in gran parte in Valle d’Aosta.
Il film, prodotto da Wildside è interpretato da Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi ed Elena Lietti, è distribuito da Vision Distribution e sostenuto da Film Commission Valle d’Aosta.
Il 75° Festival de Cannes, che come affiche ufficiale ha scelto l’immagine di The Truman Show, con Jim Carrey che sale gli scalini del finto cielo per uscire dallo show, si terrà dal 17 al 28 maggio.
Gli attori protagonisti
In un primo tempo si pensava che la parte di uno dei due protagonisti fosse affidata a Louis Garrel, l’attore francese era stato visto a Brusson durante le fasi preparatorie alle riprese, ma alla fine sono stati confermati Luca Marinelli e Alessandro Borghi nei due ruoli principali di Pietro e Bruno.
Luca Marinelli
I protagonisti del romanzo di Paolo Cognetti sono, appunto, Pietro e Bruno. Cittadino, riflessivo, introverso e voce narrante il primo, montanaro schietto, vitale ed energico, il secondo.
Luca Marinelli è, tra gli altri ruoli, il Diabolik dei fratelli Manetti, film in parte girato anche a Courmayeur, uscito nelle sale a fine anno. Ha vinto il David di Donatello come miglior attore non protagonista per Lo chiamavano Jeeg Robot e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per Martin Eden.
La storia
La famiglia di Pietro vive a Milano e d’estate si sposta a Graines (Grana), a Brusson. Il padre di Pietro è un appassionato alpinista e trasmette al figlio la sua passione per la montagna. A Grana, Pietro conosce Bruno, un ragazzo di una famiglia di allevatori del paese. Tra i due si sviluppa un’intesa e una profonda amicizia anche se nel corso dell’adolescenza ognuno dei due farà la propria vita: Bruno lavorando come allevatore e poi muratore in Valle d’Aosta, Pietro studiando a Milano e trasferendosi poi a Torino, per lavorare nel campo dei documentari.
Pietro tornerà in montagna alla morte del padre che gli lascia in eredità un piccolo terreno con i ruderi di una baita che i due amici, ritrovatisi, ricostruiranno insieme.
Il film
Il film è stato un grande lavoro corale. La comunità di Brusson si è messa completamente a disposizione dei registi.
Non una produzione calata dell’alto che si appropria dei luoghi per il tempo necessario alle riprese, trasformandoli in altro, ma un lavoro molto attento alla realtà locale che gli abitanti di Brusson hanno apprezzato e, con orgoglio, hanno cercato di supportare al meglio.
Le riprese sono iniziate nei primi giorni di giugno dello scorso anno, ma il regista Van Groeningen, era già da tempo a Brusson che ormai conosce bene.
«È una produzione importante tratta da un romanzo molto conosciuto realizzata da un regista apprezzato – commentava il sindaco di Brusson, Danilo Grivon -, siamo molto contenti di questo. Abbiamo dato tutta la disponibilità per supportarlo».
Dello stesso parere l’assessora al turismo Roberta Esposito Sommese: «È un film molto sentito a Brusson, siamo tutti orgogliosi perché lo sentiamo nostro, perché si parla di noi. C’è tanta voglia di far venire fuori il bello di Brusson. Questi sono eventi che possono aiutare il senso di comunità e la voglia di visibilità, speriamo che ci aiuti anche nel rilancio della località».
Dal romanzo al cinema
Paolo Cognetti in ‘Sogni di grande nord’ – SamarcandaFilm
A stretto contatto con il regista ha lavorato Paolo Cognetti, autore de Le otto montagne. Nessun timore a lasciare il suo romanzo nelle mani di un altro artista.«No, non ho paura, sono contento, anzi, perché la cura è estrema. Il regista sta dietro a questo progetto dall’estate del 2019, è già venuto a Brusson varie volte, ha visitato i luoghi in tutte le stagioni, fatto sopralluoghi in tutte le vallate e adesso è qui da settimane e ci rimarrà fino a settembre – raccontava Cognetti alla vigilia delle riprese -. Sicuramente il film sarà diverso dal libro, ma sono sicuro che sarà di qualità».
L’autore ha lavorato con la produzione per la scelta dei luoghi, la scrittura della sceneggiatura e come tramite con la popolazione, che ormai conosce bene abitando per gran parte dell’anno nella sua baita sopra Brusson.
«Sono molto contento perché la comunità è coinvolta oltre che nelle cose più pratiche come portare la troupe su e giù dall’alpeggio, accoglierli per il tampone in farmacia , ospitarli nelle baite, anche nella fase creativa. Quando c’è il problema di trovare una casa fatta in un certo modo, ecco che tutti si fanno in quattro proponendo la loro o quella dell’amico o del parente. Un muratore specializzato, mio vicino di casa, è diventato il consulente tecnico per la scena dove i due protagonisti ricostruiscono la baita, sono molto contento che le persone si sentano coinvolte è davvero un lavoro di comunità».
(erika david)