Confindustria Vda, Francesco Turcato presidente: «Faremo una scuola professionale»
Il numero uno degli industriali rossoneri eletto nell'assemblea generale di Morgex; "lo straniero" vuole un «ruolo di primo piano per lo sviluppo delle aziende»
Un ruolo di primo piano per orientare un nuovo modello di sviluppo delle aziende e l’idea di creare una scuola professionale targata Confindustria Valle d’Aosta. “Lo straniero” Francesco Turcato accoglie così l’elezione alla presidenza di Confindustria Valle d’Aosta, avvenuta nell’assemblea generale, andata in scena giovedì e ospitata nella sede dell’associata Sorgenti Monte Bianco Spa.
Con l’assenza di rappresentanti della Regione, non passata inosservata, la platea ha ospitato il presidente nazionale Carlo Bonomi e la tavola rotonda con Federica Dusman (ad di Sorgenti Monte Bianco), Francesco Monti (Ceo di Podium Advancede Technologies), Edy Incoletti (vice presidente vicario di Confindustria Valle d’Aosta) e Danilo Oscar Lancini (europarlamentare del Gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà).
Chi è Francesco Turcato
Il neo presidente, come detto, è Francesco Turcato, 44 anni, nato Palmanova ed eletto al posto di Giancarlo Giachino.
Laureato in Scienze Giuridiche, Turcato è amministratore delegato di alcune aziende nel settore metalmeccanico, tra cui S.R.L., Simach S.r.l.. Generali Nuova Carpenteria Aosta S.rl., Meccanica Aosta Meccanique Vallée S.r.l GE-HL S.r.l.
Direttore generale di Metal Sebina srl e membro del Consiglio di Qwikword corp. New York, da gennaio 2019 a dicembre 2020 è stato Componente del Consiglio Generale ed è impegnato da anni nella vita associativa di Confindustria Valle d’Aosta, dove è stato presidente della Categoria Metalmeccanici, vice presidente dal dicembre 2020 e presidente di A.V.I. Servizi S.r.l.
«Io straniero»
Ringraziato il presidente uscente e l’appoggio di tutti, Francesco Turcato si è detto consapevole di apparire come «”lo straniero”», ma anche di essere pronto a mettere le peculiarità «a servizio del nostro sistema», magari sbagliando solo «qualche parola in lingua francese».
Le sfide
L’ironia ha presto lasciato spazio alle sfide che lo attendono in un momento a dir poco complicato, dove pandemia, crisi energetica, guerra e difficoltà nel reperimento di risorse umane la fanno da padrone.
«È una sfida ardua – ha esclamato Turcato -, ma l’associazione deve svolgere un ruolo fondamentale nell’orientare un nuovo modello di sviluppo per le imprese».
Confindustria Valle d’Aosta, insomma, deve essere «guida e supporto», ma anche «strumento per sviluppare le competenze».
Per il neo presidente, infatti, le parole chiave devono essere collaborazione, sviluppo, innovazione, affidabilità, formazione, leadership, efficienza, etica, impegno e passione.
Futuro difficile da immaginare
In un futuro «difficile da immaginare» e con piani «di lungo periodo che resistono a fatica», Turcato pretende «velocità nel trovare le risposte ai problemi che limitano lo sviluppo del nostro sistema imprenditoriale».
E questo Confindustria Valle d’Aosta lo farà «scendendo in campo» in prima persona e cercando una sponda «con istituzioni ed enti locali» per «attuare misure di contenimento dei costi energetici e dei combustibili», ma anche sostenendo le aziende nelle varie «transizioni».
Ma non solo, perché per superare la «carenza di manodopera specializzata», che mina la competitività «a livello nazionale e internazionale», Confindustria VdA pensa a «una propria scuola professionale, avvicinando così il mondo dell’educazione al contesto lavorativo».
I fronti d’azione
Per riuscire nel proprio intento, il neo presidente Francesco Turcato ha bene in mente come operare.
Per prima cosa, sfruttando «il mio non essere valdostano» per portare «il nuovo sistema associativo oltre i limiti definiti da una cartina», sia per studiare «buone pratiche», che per fare «massa critica».
Inoltre, l’associazione proverà a mettere al centro i giovani imprenditori, che non «possiamo esimerci dal connotare quale spinta propulsiva per il nostro motore».
Garantito il supporto alle PMI per «ottimizzare i vantaggi che la loro dimensione contenuta offre», Turcato spinge anche per un confronto con la politica.
«Dobbiamo continuare a essere una realtà apolitica – spiega il presidente -, ma ciò non significa che debba essere estromessa dalle decisioni strategiche».
Ed ecco quindi l’idea di tavoli con Confindustria nazionale, organi politici e anche con le parti sociali, perché «il dialogo porterà progetti concreti a sostegno del mercato del lavoro».
Cambiamento
Francesco Turcato ha un cruccio.
«Troppe volte sento intorno a me la paura di cambiare», aspetto che spesso rappresenta la «ragione del rallentamento economico», per questo il neo presidente vuole aiutare «il nostro sistema a guadagnare in dinamicità, supportandolo nell’apertura verso l’esterno, con l’obiettivo di rafforzare il tessuto presente e attrarre nuovi investimenti ed energie».
Insomma, il motto del quadriennio sarà il fare, purché «lontano dalla popolarità – conclude Turcato -. Dobbiamo essere silenziosi, concreti, educati, credibili, meritocratici e competenti».
(alessandro bianchet)