Diego Lucianaz (Lega) invitato a moderare i toni in aula consiliare
E' quanto emerso dalla discussione di una risoluzione sulle dichiarazioni del consigliere sulla pandemia e sul presidente del Consiglio
Diego Lucianaz (Lega) invitato a moderare i toni in aula consiliare. E’ quanto emerso dalla discussione di una risoluzione in tal senso.
Paolo Sammaritani (Lega) ha articolato così la presa di distanza dalla risoluzione con la quale la maggioranza chiedeva all’aula di dissociarsi dalle dichiarazioni del consigliere leghista Diego Lucianaz («La grande pagliacciata del Covid sta per finire» aveva detto nel discorso di insediamento).
La difesa
«Non dovremmo occuparci delle parole di Lucianaz non certo per sminuire la pandemia e le sue ricadute. Dire che la pandemia è stata una farsa è una forte critica non certo una dichiarazione choc. Qui si parla di opinioni e del diritto di esprimerle. Lo Statuto regionale recita che i consiglieri possono esprimere liberamente il loro pensiero. La libertà di pensiero è alla base di una concezione liberale della società e il diritto di critica è alla base della democrazia. Non ha senso dissociarsi da dichiarazioni personali e non in nome di un gruppo».
Gli interventi
«Potevamo evitarci la ribalta nazionale. Nella vita possiamo confrontarci su tutto o quasi. Parlo di sensibilità umana. Ieri Lei ha confermato con le sue affermazioni la consistenza della sua sensibilità (Lucianaz ha detto in aula di non capire bene gli interventi del presidente del Consiglio Bertin ndr)» ha fatto notare il presidente della Regione Erik Lavevaz.
Andrea Padovani (Fp-Pd) punta il dito: «L’arringa di Sammaritani non mi ha convinto. Ringrazio che, durante la fase critica del Covid 19, al governo non ci fosse il centrodestra perché non oso pensare cosa sarebbe successo. Ieri il collega Lucianaz si è macchiato di abilismo, criticando il presidente del Consiglio per la sua disabilità».
Per Chiara Minelli (Pcp): «Quelle parole mi hanno provocato un forte disagio. La cautela dovrebbe essere d’obbligo in quest’aula. Ieri il mio disagio è stato anche più forte».
«Ciò che abbiamo vissuto ha segnato tutti. Le dichiarazioni del collega Lucianaz sono assolutamente personali, sono opinioni esternate in modo duro ma sue opinioni. Noi non le condividiamo ma la risoluzione non merita un voto. Per noi sono sufficienti le dichiarazioni di non condivisione delle parole di Lucianaz» ha detto Mauro Baccega (FI).
«Nel rispetto di amici professionisti della sanità che hanno dato la loro vita per gli altri pongo un quesito. Dobbiamo chiederci laddove finisce la critica e inizia l’insulto? Dobbiamo, a volte, metterci nei panni di chi ci ascolta. Non condanno nessuno» ha aggiunto Claudio Restano (Gruppo misto).
Per Carlo Marzi (Stella Alpina): «E’ un diritto naturale anche la dignità che esiste a priori. Chi ricopre un ruolo istituzionale non parla solo per sé. Noi rappresentiamo la comunità e di conseguenza su alcune questioni dobbiamo porre una maggiore attenzione».
Parole travisate
«Ne ho sentite tante. Mio padre è morto di Covid-19. Ho fatto il coronavirus e sono stato curato bene. Nella mia dichiarazione non ho offeso nessuno. Io ho parlato di affare Covid. Ho parlato della gestione approssimativa. Non sono un negazionista» ha chiarito Lucianaz.
(re.aostanews.it)