Maison Lostan vince il Premio In/Architettura Piemonte Valle d’Aosta 2023
Tra i premi speciali assegnati oggi, venerdì 27 ottobre alla Cavallerizza Reale di Torino, il Bivacco Camardella, l'architetto Giuseppe Nebbia e l'Osservatorio Laurent Ferretti
Il recupero di Maison Lostan è il progetto che vince, per la Valle d’Aosta, il premio In/Architettura 2023.
La cerimonia si è tenuta alla Cavallerizza Reale, sede dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Torino, oggi, venerdì 27 ottobre.
I progetti sono stati scelti tra i 108 candidati per il Piemonte e la Valle d’Aosta dalla giuria formata da Laura Apollonio, Jeannot Cerutti, Davide Derossi, Carla Falzoni, Emilio Melgara, Silvia Minutolo.
I premi
La selezione ha riguardato opere realizzate negli ultimi cinque anni, premiando l’opera e i tre principali protagonisti che sono alla base della sua realizzazione: committente, progettista, costruttore. I criteri di scelta delle opere premiate hanno tenuto ben presenti i requisiti di qualità del prodotto finale da un punto di vista culturale e sociale, di trasparenza e innovazione del processo di progettazione e costruzione, con particolare attenzione alle architetture realizzati da giovani, donne e piccole imprese.
In/Architettura ha assegnato inoltre alcuni premi speciali.
All’architetto aostano Giuseppe Nebbia il Premio alla Carriera.
Il Premio Bruno Zevi per la diffusione della cultura architettonica, è stato assegnato, per la Valle d’Aosta, alla Fondazione Courmayeur, per aver intrapreso una complessa opera di ricerca e studio multidisciplinare sul sistema montagna attraverso l’Osservatorio sul Sistema montagna Laurent Ferretti.
Il Premio Wtw – Willis Towers Watson è andato al Bivacco Edoardo Camardella sul ghiacciaio del Rutor.
Il progetto di Maison Lostan
A ritirare il premio per il progetto di recupero di Maison Lostan. l’assessore ai beni culturali Jean-Pierre Guichardaz.
«L’intervento, partito nell’estate del 2012 e concluso nel 2018, – spiega la Soprintendente ai Beni Culturali Cristina De La Pierre – ha preso in considerazione non solo i volumi edilizi, che si estendono tra la Piazza Severino Caveri e la Rue de Lostan, ma ha interessato anche la riqualificazione della omonima Via nonché della Piazza, nell’ottica di un recupero dei rapporti esistenti tra gli edifici e le aree aperte della città».
Il complesso monumentale, che si estende da piazza Severino Caveri fino a Rue de Lostan per una superficie interna che supera i tremila metri quadrati, è stato oggetto di un complicato e delicato intervento a partire dal consolidamento strutturale.
«Su Rue de Lostan, il fronte dell’edificio, è stato oggetto di un sapiente recupero delle informazioni storico-architettoniche presenti, con la realizzazione del taglio verticale lungo il lato Sud della Torre scalare, finalizzato a evidenziare una delle strutture più antiche del complesso» prosegue la Soprintendente.
Sono state restaurate le superfici lapidee di stipiti di porte e finestre, davanzali e soglie, la scala monumentale interna alla torre e l’altana, oltre ai solai lignei cinquecenteschi.
«In particolare – aggiunge De La Pierre – al piano primo della manica centrale, i lavori hanno permesso di restituire la superficie e il volume di un salone nobile, che era stato suddiviso in piccoli vani durante gli utilizzi novecenteschi, caratterizzato da un importante solaio ligneo e da pareti perimetrali decorate».
La conservazione e il restauro hanno poi interessato anche le facciate.
Un grande lavoro di progettazione iniziato nel 2002 che ha visto coinvolti oltre ai rappresentanti dell’amministrazione un numeroso gruppo di progettazione, costituito dall’architetto Gianfranco Gritella di Torino in qualità di capogruppo, e dai valdostani Roberto Rosset e Anna Pedemonte, architetti, e gli ingegneri Maurizio Saggese e Giorgio Croci.
«Siamo soddisfatti del risultato finale di questo complesso cantiere di recupero edilizio urbanistico e di come si sono valorizzati gli ambienti interni destinati a ospitare gli uffici della Soprintendenza per i beni e le attività culturali» dichiara l’assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz ricorda come l’intervento ha «contestualmente ha avuto il nobile obiettivo di riqualificare un pezzo della città storica con la piazza Severino Caveri, i percorsi di collegamento con via De Tillier, la piazza Papa Giovanni XIII e la Cattedrale».
Gli altri Premi
Lodovico Passerin d’Entrèves ritira il Premio Bruno Zevi per la Fondazione Courmayeur Mont Blanc
La Fondazione Courmayeur Mont Blanc, per l’importante attività dell’Osservatorio sul sistema montagna Laurent Ferretti, ha ricevuto il Premio Bruno Zevi.
«La Fondazione – evidenzia Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente del Comitato scientifico – ringrazia per l’assegnazione di questo importante Premio, riconoscimento della più che ventennale attività di diffusione della cultura architettonica in ambito alpino» con l’obiettivo di «approfondire, con un approccio transfrontaliero, temi utili ai professionisti e agli amministratori locali che operano nelle aree di montagna».
Il Premio alla carriera per la Valle d’Aosta è poi andato all’architetto Giuseppe Nebbia che è presidente emerito dell’Osservatorio sul Sistema montagna e componente del Comitato scientifico della Fondazione.
«Il contributo dell’architetto Giuseppe Nebbia – aggiunge Passerin d’Entrèves – è stato determinante sia per avviare il programma pluriennale di ricerca, sia per realizzare il ciclo. A nome del Consiglio di Amministrazione e del Comitato scientifico ci felicitiamo per il Premio alla carriera conferitogli, meritato riconoscimento del suo lungo ed importante operato».
Al bivacco posato nell’estate 2022 sul ghiacciaio del Rutor per ricordare il giovane maestro di sci Edoardo Camardella è andato il Premio Wtw.
Il Bivacco Edoardo Camardella
Il Bivacco Camardella è una micro-architettura di montagna che ha coinvolto un pool di professionisti e aziende guidati dall’architetto Massimo Roj, Ceo di Progetto Cmr.
Caratterizzato da una struttura leggera, resistente ed energeticamente autonoma, il bivacco è frutto di un intenso percorso di ricerca sulle soluzioni costruttive e sui materiali.
Può ospitare fino a sei persone ed è stato studiato per essere prodotto in stabilimento in due blocchi, successivamente accoppiati e installati in quota: per realizzarli è stato utilizzato un involucro prefabbricato ad alte prestazioni di isolamento.
Il riscaldamento è a pavimento, progettato per garantire comfort a chi si riparerà in questa raccolta architettura innovativa; il Bivacco ospita anche una stazione meteo, ad oggi la più alta sulle Alpi Graie.
«Mi inorgoglisce e commuove questo premio, che naturalmente condivido con tutti i professionisti (architetti, ingegneri e designer) e le aziende che hanno partecipato a questa cordata di solidarietà, mettendo a disposizione expertise e componenti per la realizzazione. In cima al meraviglioso Ghiacciaio del Ruitor, si può vivere oggi un momento di comunione e di memoria, ricordando Edoardo e celebrando un luogo accogliente e aperto a tutti gli amanti della montagna» commenta Massimo Roj, Ceo e Founder progetto CMR.
(er.da.)