Piano venatorio VdA: no alla caccia alla pernice bianca e allo stambecco
Ambiente
di Danila Chenal  
il 12/09/2024

Piano venatorio VdA: no alla caccia alla pernice bianca e allo stambecco

Per il movimento civico Valle d'Aosta Aperta e per l'associazione Ripartire dalle Cime Bianche va rivista l'istruttoria per l'iter di approvazione del Piano faunistico venatorio della Valle d'Aosta

Piano venatorio: no alla caccia alla pernice bianca e allo stambecco. Per il movimento civico Valle d’Aosta Aperta e per l’associazione Ripartire dalle Cime Bianche va rivista l’istruttoria, iniziata l’8 luglio, per l’iter di approvazione del Piano faunistico venatorio della Valle d’Aosta. Entrambi criticano l’ipotesi di riaprire la caccia alla pernice bianca e introddure quella allo stambecco.

VdA Aperta

Per il gruppo Vda Aperta i centri di controllo e di censimento della fauna non dovrebbero essere gestiti dai cacciatori stessi ma da «volontari adeguatamente formati e indipendenti, che garantirebbero una maggiore imparzialità». Il movimento esprime preoccupazione per la pernice bianca che «non è ancora cacciabile, ma i cacciatori premono per cui non sappiamo per quanto riusciremo ancora a difenderla. La lepre variabile invece è di nuovo cacciabile. Ma stiamo parlando di due specie in via di estinzione e con sempre meno esemplari sul territorio».

L’associazione

Esprime perplessità sull’ipotesi di caccia allo stambecco Ripartire dalle Cime Bianche. «Risulta paradossale, e a nostro avviso scandaloso ed inaccettabile, che la Valle d’Aosta, di cui lo stambecco è l’animale simbolo, che lo stambecco salvò dall’estnzione, ora si appresta a permetterne l’uccisione. Ai turisti, agli escursionisti, che frequentano la Valle d’Aosta, si riempie sempre il cuore di gioia quando riescono a scorgere, ad avvicinare, a fotografare lo stambecco. Stambecco che, con la caccia, sarebbe indotto a cambiare abitudini, a eludere le persone con una caduta d’immagine per la Valle d’Aosta senza precedenti»VdA Aperta chiede di ridurre gli abbattimenti di cervi e caprioli perché «vi è un forte calo di presenze».

Per la consigliera regionale Erika Guichardaz un altro aspetto molto critico «sono i permessi giornalieri di caccia. Siamo assolutamente contrari a questa proposta, che rischiano di creare un turismo della caccia. Sarebbe invece importante creare una segnaletica in cui si evidenzia che animali selvatici si possono incontrare».

No alla riduzione dell’oasi Grand Tournalin

Ripartire da Cime Bianche dice no alla riduzione dell’oasi di protezione della fauna Grand Tournalin nel comune di Ayas. «Prima ogni ipotesi di riduzione dell’Oasi sono indispensabili accurati monitoraggi sulla fauna presente, sull’importanza dell’area che sarebbe esclusa ai fini della conservazione in modo particolare dell’avifauna».

(re.aostanews.it)

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