Partecipate, Marguerettaz (UV): «la Cva non è sotto attacco politico»
Per il consigliere «Cva è gioiello di famiglia che va preservato a tutti i costi»; preoccupazione in Consiglio Valle per il proliferare delle partecipate
Partecipate, Marguerettaz (UV): «la Cva non è sotto attacco politico».
«Cva non è assolutamente sotto attacco. Cva è gioiello di famiglia che va preservato a tutti i costi. Per noi Cva vale quasi un bilancio. Cva non si può sottrarre a i 116». Lo ha scandito in aula il capogruppo dell’Union Valdôtaine Aurelio Marguerettaz riferendosi a quanto avrebbe detto il presidente del Gruppo Cva Marco Cantamessa durante una cena aziendale, denunciato le ingerenze della politica in vista delle elezioni regionali.
Prosegue Marguerettaz, intervenuto sul documento di razionalizzazione delle partecipate: «Tornando alla razionalizzazione è emerso quello che è chiaro a tutti: Cva nel Piano industriale punta ad aumentare la produzione di 1.000 megawatt. Questo Piano industriale è stato in qualche modo raccontato ai referenti politici. Nessuna comunicazione ma qualche slide. Il Piano non è sottoposto all’approvazione dell’azionista. Ci sono 150 partecipate che via via saranno accorpate. Scadenze, compensi, premi sono diversi per ognuna delle partecipate di vario livello. Dunque è un panorama variegato».
Marguerettaz ricorda infine che « Cva non è sottoposta alle regole della legge Madia».
Gli interventi
Così Chiara Minelli (Pcp): «Non condividiamo la narrazione secondo la quale la Cva sarebbe assimilabile a un’azienda privata. L’atto non porta a una razionalizzazione ma si limita a una ricognizione. Daremo il voto contrario».
Perluigi Marquis (FI) ha puntualizzato: «Siamo preoccupati per il proliferare delle partecipate di cui conosciamo poco. Cva deve operare sul mercato ma non è possibile che la controllante non abbia alcun elemento. Ma come è possibile che il governo regionale non si ponga il problema, rinunci a informazioni che sono dovute».
Si chiede Simone Perron (Lega) «Ma qualcuno in maggioranza vorrebbe la direzione e il controllo per Cva? È la domanda che ci siamo posti. Noi riteniamo che la parte politica debba essere nulla o quasi per non tornare alle storture del passato».
Nel suo secondo intervento Stefano Aggravi (RV) ha chiarito: «Non abbiamo proposto un sistema di monitoraggio. Le realtà ibride se devono essere parificate alle quotate devono appoggiarsi sugli istituti previsti, dotandosi di strumenti di autodisciplina così come hanno tutte le quotate. Ci sono società che hanno organi di controllo. Non certo politico però. Abbiamo proposto un istituto. La società controllata deve permettere all’azionista di stare tranquillo».
La replica
Nella replica il presidente della Regione Renzo Testolin ha spiegato: «Il lievitare delle partecipate è un momento di evoluzione del percorso di crescita di Cva. Non è un’esplosione non controllata. È opportuno che ci sia un flusso comunicativo trasparente per fugare i dubbi. La politica aziendale compete a chi si assume l’onore e l’onere di guidare una società».