Tac e cure alla gatta, l’Azienda Usl si costituisce parte offesa nel procedimento
L'azienda stessa ha invece deciso di attendere ulteriori prove e una valutazione più accurata degli eventuali danni per costituirsi parte civile nel procedimento che vede indagate quattro persone
L‘azienda Usl ha deciso di costituirsi parte offesa nel procedimento penale aperto contro quattro suoi dipendenti, per l’oramai arcinota questione relativa alla tac e alle cure prestate alla gatta del dottor Gianluca Fanelli all’interno del reparto di radiologia dell’Ospedale Parini di Aosta.
Tac alla gatta: Usl parte offesa
L’Usl ha deliberato lo scorso 4 giugno la scelta, affidando l’incarico all’avvocato Ignazio Pagani del Foro di Novara, «visti gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari» si legge nella delibera.
«Gli eventi oggetto del procedimento penale, qualora accertati, hanno causato o potrebbero aver causato un danno diretto all’Azienda Usl, di natura patrimoniale e non patrimoniale – si legge nella delibera – come la lesione dell’immagine, la perdita di fiducia da parte dell’utenza e la compromissione dell’efficienza dei servizi».
Secondo l’azienda, «la rilevanza e la gravità dei fatti contestati» impongono «di tutelare con ogni mezzo, anche processuale, i propri diritti e interessi legittimi, garantendo un’effettiva partecipazione all’azione penale anche in qualità di parte offesa, così da poter vigilare sul corretto svolgimento del procedimento e promuovere le iniziative necessarie per la propria tutela».
Tac alla gatta: Usl si riserva la costituzione di parte civile
L’Usl, invece, ritiene «prudente riservare l’eventuale costituzione di parte civile a un momento successivo, in considerazione della necessità di acquisire elementi probatori maggiormente dettagliati e di valutare in modo ponderato e documentato l’entità del danno effettivamente subito».
Riserva che, peraltro, «non pregiudica in alcun modo la possibilità di esercitare in futuro l’azione civile di risarcimento, ma consente una gestione più efficiente e consapevole delle risorse aziendali, nel rispetto della prudenza amministrativa e delle strategie processuali».
Tac alla gatta: la storia
Dalle indagini dei carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura di Aosta, sarebbe emerso che due esami sarebbero stati ritardati su pazienti presi in carico dal pronto soccorso dell’ospedale Parini di Aosta per consentire di effettuare la tac sulla gatta del radiologo interventista Gianluca Fanelli.
Il dottor Fanelli è indagato insieme al primario di radiologia Massimiliano Natrella e alle tecniche di radiologia Giulia Sammaritani e Denise Barone.
Dalle indagini è emerso che la sera del 20 gennaio due esami diagnostici sono stati ritardati.
In un primo momento, il medico aveva riferito che i fatti erano avvenuti il 27 gennaio.
Invece, a quanto pare, intorno alle 20 del 20 gennaio, il dottor Fanelli aveva portato in ospedale la gatta, rimasta ferita dopo una caduta.
Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono indebita destinazione di denaro o cose mobili, esercizio abusivo della professione, truffa allo Stato e interruzione di pubblico servizio.
Fanelli, in una lettera inviata all’azienda sanitaria, aveva affermato che il macchinario non era in servizio e che non c’erano pazienti in attesa. Nella missiva, spiegava che aveva introdotto l’animale al Parini nel tentativo di salvargli la vita.
In questo contesto, la tecnica di radiologia Denise Barone aveva cercato di cancellare le immagini dalla memoria del macchinario.
Il mattino dopo, il professionista ha aveva portato la gatta da un veterinario.
Per gli inquirenti, lo avrebbe fatto dopo aver timbrato il cartellino: da qui la contestazione di truffa ai danni dello Stato per timbrature non correlate.
Il pomeriggio, Fanelli aveva eseguito un drenaggio, alla presenza del dottor Natrella.
(al.bi.)