Delitto di La Salle: la ricostruzione degli spostamenti dei cellulari e quel messaggio partito dal telefono di Laisne il 2 aprile al centro dell’udienza
Ascoltati, davanti alla Corte d'assise, diversi testimoni dell'accusa
È ripartito con l’audizione di diversi testimoni dell’accusa il processo per l’omicidio di Auriane Nathalie Laisne, 22enne francese uccisa tra il 26 e il 27 marzo 2024 nella chiesetta diroccata di Equilivaz, frazione disabitata di La Salle. In particolare, è stata ricostruita l’indagine svolta sui cellulari della vittima e dell’unico imputato, Sohaib Teima, 22 anni.
La ricostruzione degli spostamenti dei cellulari
Alberto Randazzo, ufficiale di polizia giudiziaria francese a Grenoble, ha ricostruito davanti alla Corte d’assise, l’indagine svolta in Francia, su richiesta della procura di Aosta (pm Manlio D’Ambrosi).
In particolare, ha affermato che «Teima aveva due linee telefoniche, Laisne una. Incrociando i tabulati si può dire che si sono incontrati il 22 marzo intorno alle 20.45. Le utenze in quel momento agganciano una cella che copre il domicilio del papà di Laisne. I tre cellulari rimangono insieme il 23 e 24 marzo 2024, poi il 25 si dirigono verso l’Italia e il Monte Bianco. Alle 13.55 passano la frontiera».
E ancora. «Le due linee di Teima tornano in territorio francese il 27 marzo alle 23.44 – ha affermato l’investigatore -. Il 28 marzo il cellulare di Laisne ricompare e aggancia una cella che copre il domicilio dell’imputato».
Da qui, un altro particolare. Un messaggio inviato dall’utenza della ragazza alla madre il 2 aprile, quando, in base all’esito dell’autopsia, la giovane era già morta.
L’esame autoptico
Proprio delle risultanze dell’esame autoptico ha parlato l’esperto medico legale torinese Roberto Testi.
«Sulla datazione della morte c’erano elementi discordanti – ha detto Testi -. Inizialmente si pensava a un decesso recente, ma altri mi hanno fatto concludere per un decesso più datato. Nel sangue della ragazza c’erano livelli elevati di alprazolam, quasi da stato di intossicazione».
La ragazza, ricordiamo, è stata raggiunta da tre fendenti, uno all’addome e due al collo, che ne hanno causato la morte. Auriane Nathalie Laisne aveva anche una ferita superficiale da taglio sul palmo della mano.
Il ritrovamento del corpo
Il corpo è stato ritrovato da un giovane, che passeggiava con la madre, il 5 aprile. «Lei ha guardato dentro la cappella e ha notato la presenza di qualcuno, attirando la mia attenzione – ha detto il ragazzo, sentito in aula -. Io non sono entrato, mi sono affacciato e ho visto le gambe con ai piedi un paio di scarponi. Ho provato a chiamare questa persona e non rispondeva, così abbiamo deciso di allertare i soccorsi».
Gli spostamenti in Valle d’AostaNel corso dell’udienza sono stati sentiti alcuni testimoni che avevano visto la giovane coppia in Valle d’Aosta.
In particolare, Teima e Laisne si sono recati a Valgrisenche. Lei è stata descritta come silenziosa e riservata, tutti i testimoni hanno affermato di aver quasi sempre parlato con lui. I due sono andati in un bar, dicendo che non trovavano l’hotel dove avevano prenotato. La dipendente, dopo avergli dato da mangiare, ha chiesto a un ragazzo del paese di ospitarli, la sera del 25 marzo.
L’incontro è stato testimoniato anche da alcune fotografie che sono state scattate.
I due hanno trascorso la notte a casa del giovane, per poi lasciare la località in autobus.
Teima ha anche chiesto indicazioni su posti dove poter fare Urbex.
Il giorno dopo, una simile richiesta, è stata avanzata anche in un bar di La Salle. La donna che lavorava lì ha affermato che «ho suggerito di andare a Equilivaz e ho aiutato Teima a cercare il posto su Google Maps. Sono rimasti nel bar circa un’ora, poi sono usciti e li ho visti salire sul pullman per Morgex».
Domani, 18 giugno, è in programma una nuova udienza. Saranno sentiti un consulente dell’accusa e i familiari della vittima (rappresentati dagli avvocati Jacques Fosson e Giulia Scalise).
(t.p.)