Cva, Marguerettaz: «Il consiglio di amministrazione fa quello che vuole, senza controllo»
L'intervento del capogruppo Uv nel corso della discussione sulla mozione presentata da Pcp
«Abbiamo una società che è un unicum. Non applica le regole del Tuf, non rientra nella Madia e non ha direzione-coordinamento. Il consiglio di amministrazione di Cva fa quello che vuole, senza controllo». È quanto ha detto in aula il consigliere regionale dell’Union Valdôtaine Aurelio Marguerettaz, nel corso della discussione sulla mozione presentata da Progetto Civico Progressista.
L’affondo di Marguerettaz
«Dopo lo show di ieri, cerchiamo di riportare a terra la discussione – ha detto il capogruppo dell’Uv -. Non chiediamo a Cva di illustrare il bilancio, perché non si chiede all’oste se il vino è buono. La Compagnia Valdostana delle Acque è stata voluta da una legge regionale del 2000, quindi nessuno ha inventato nulla».
Quindi l’affondo. «Il presidente e l’amministratore delegato hanno preso la guida di una società che era e sarà un gioiello – ha affermato Marguerettaz -. In questi tre anni la società ha cambiato pelle, dopo l’uscita dalla Madia. A questo punto, sarà giusto fare un’analisi di cosa è accaduto».
Il consigliere dell’Uv rincara quindi la dose. «Cva Eos aveva l’anno scorso un debito di 215 milioni con Cva, remunerati al 5,5%. È stato quindi fatto, da parte di Cva, un aumento di capitale da 250 milioni, perché probabilmente la società non era in grado di pagare gli interessi. Un’azienda normale ha controlli e contrappesi, qui il sistema deve essere rinnovato».
I compensi
Marguerettaz non le manda a dire anche sul tema dei compensi. «Nel 2024 i compensi agli amministratori sono passati da 1,4 a 4,4 milioni e le consulenze ammontano a circa 14 milioni – ha commentato -. Questi sono dei record. In un mondo normale è il socio che stabilisce i compensi. Dai dati, l’idroelettrico ha fatturato 364 milioni, la vera ricchezza quindi viene dall’acqua della Valle d’Aosta, non dal sole della Puglia o della Sicilia».
Troppi rischi
«Io non demonizzo affatto gli investimenti fatti nel fotovoltaico e nell’eolico – ha aggiunto Marguerettaz -. Io ho un dubbio sul controllo degli investimenti. Ci può stare che si investa fuori dalla regione. Io torno a dire che ci vuole un controllo di gestione più efficace. Stiamo dicendo che Finaosta deve avere un ruolo di primo piano. L’imprenditore pubblico non può esporsi a rischi che vanno al di là del tollerabile. Bisogna avere un approccio conservativo. Va bene rischiare. Se non avremo il rinnovo delle concessioni nel 2029 tutti i nostri parametri vanno a farsi friggere. Argirò è bravo, probabilmente troppo bravo. Il dottor Fassin è stato messo in croce per nulla. Cantamessa si interrogasse sull’indipendenza del collegio sindacale. Su Cva si cambi passo».
(t.p.)