Decreto flussi, Copagri: necessario superare logica click day
Roma, 2 lug. (askanews) – “Una delle questioni storicamente più rilevanti in agricoltura è e resta quella della carenza di manodopera, tematica molto avvertita dalle imprese soprattutto nella fase della programmazione delle attività; parliamo, infatti, di un tema che non solo influisce sulla possibilità di gestire adeguatamente il ciclo produttivo delle piante, ma che va al contempo a condizionare anche le scelte delle aziende agricole e, conseguentemente, le coltivazioni e le produzioni agricole italiane degli anni a venire”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista in seguito al via libera preliminare del Consiglio dei ministri al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-28.
“In una condizione quale quella attuale, in cui il territorio rurale paesaggistico sta mutando con sempre maggiore frequenza in ragione dello spopolamento delle aree interne, problema particolarmente avvertito nelle zone montane e collinari, non si può non individuare nella carenza di manodopera agricola una delle concause alla base di questo triste fenomeno”, prosegue il presidente, ad avviso del quale “in questo contesto, assumono una particolare rilevanza le disposizioni previste dal decreto flussi, che rappresenta un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoro necessario alle aziende agricole”.
“Appare più che positiva, quindi, la programmazione triennale alla base del provvedimento, che accogliendo le istanze avanzate dalla Copagri, dà alle aziende maggiori e più ampi margini in termini di operatività e soprattutto di programmazione”, aggiunge Battista, ricordando che con il testo viene autorizzato l’ingresso in Italia di quasi mezzo milione di lavoratori per il prossimo triennio, oltre la metà dei quali destinati al lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico.
“Resta, però, molto avvertita la necessità di continuare a lavorare per semplificare ulteriormente alcune disposizioni, che rischiano di incidere sensibilmente sulla portata del provvedimento; si pensi, ad esempio, alle procedure per il rilascio dei nullaosta, così da consentire l’accesso dei lavoratori in tempo utile per le raccolte stagionali, ma anche e soprattutto al superamento del click day, strumento che va sostituito da una procedura che tenga conto delle specificità dell’agricoltura e dei suoi cicli produttivi, intrinsecamente legate alla natura e al meteo”, conclude il presidente, esprimendo apprezzamento per l’intenzione del governo di “ridimensionare” questo meccanismo attraverso un “percorso graduale”.