Legge sul fine vita, l’Associazione Coscioni: «La Regione VdA ha competenze ma ha scelto di rinunciare»
Per Gallo e Cappato è «un atto di irresponsabilità verso le persone malate e verso i medici»
Legge sul fine vita, l’Associazione Coscioni: «La Regione ha competenze ma ha scelto di rinunciare». Per Gallo e Cappato è «un atto di irresponsabilità verso le persone malate e verso i medici».
«La competenza regionale esiste, hanno scelto di far attendere i malati fino e oltre tre anni. Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale è già obbligato a fare: dare risposta a chi chiede aiuto a morire». Così Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, commentano la bocciatura della proposta di legge regionale “Liberi Subito”.
Proposta respinta
Nell’ultima seduta della legislatura, la proposta è stata respinta con 27 astensioni e 7 voti favorevoli (Progetto Civico Progressista, parte del Pd e un consigliere di Pour l’Autonomie).
Il testo, depositato a febbraio 2024 dalle consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli, riprendeva la legge di iniziativa popolare già approvata in Toscana, mentre il Consiglio ha preferito approvare una risoluzione che chiede al Parlamento una legge nazionale.
La presa di posizione
«Questa scelta è un atto di irresponsabilità verso le persone malate e verso i medici, che restano senza regole chiare e tempi certi. La competenza regionale esiste ed è stata già esercitata in Toscana, dove la legge è operativa nonostante l’impugnazione del Governo. Quando si vuole, si può» affermano Gallo e Cappato.
«Fa specie che questa rinuncia all’attuazione dell’autonomia regionale già esistente arrivi proprio da chi fa dell’autonomia la propria bandiera politica, tanto da chiederne ancora di più. L’Associazione Luca Coscioni ricorda che il suicidio medicalmente assistito è già legale in Italia grazie alla sentenza della Corte costituzionale, e che una legge regionale come “Liberi Subito” serve a garantire tempi rapidi e procedure chiare per evitare attese di mesi o anni, come avvenuto per Federico Carboni e Laura Santi» aggiungono i due.
Puntualizzano: «il Servizio sanitario regionale ha comunque il dovere di rispettare la sentenza “Cappato-Dj Fabo”, che impone un intervento tempestivo, come confermato dalle condanne subite dalle ASL che hanno rifiutato di procedere».
«Continueremo ad assistere chi chiede aiuto – concludono Gallo e Cappato -, a denunciare nei tribunali i ritardi delle Asl e ad accompagnare materialmente le persone che hanno diritto a esercitare la loro libertà di scelta, anche in Valle d’Aosta».
(re.aostanews.it)