Emergenza dermatite bovina: vaccinazione per 38.000 bovini entro 60 giorni
La campagna vaccinale partirà dalle zone di sorveglianza dell'alta Valle
Emergenza dermatite bovina: vaccinazione per 38.000 bovini entro 60 giorni.
Contro il pericolo di diffusione dalla Francia della dermatite nodulare contagiosa, la Regione Valle d’Aosta ha in programma di vaccinare, entro 60 giorni, l’intera popolazione bovina regionale, oltre agli animali piemontesi che si trovano negli alpeggi, per un totale di 38.000 capi.
E’ quanto è emerso da una riunione che si è svolta ieri, cui hanno partecipato le strutture competenti della Regione e dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta, oltre che l’Associazione nazionale allevatori bovini di razza valdostana (Anaborava), l’Ordine dei medici veterinari e il Corpo forestale della Valle d’Aosta. Ora sarà predisposto un protocollo operativo dettagliato.
Forze in campo
L’Anaborava, l’associazione che tiene l’albo delle razze bovine valdostane, metterà a disposizione 12 veterinari che affiancheranno i loro colleghi dell’Usl,che metterà a disposizione 15 equipaggi vaccinali, come già era avvenuto per la campagna vaccinale contro la blue tongue. La forestale metterà a disposizione il suo personale per le operazioni logistiche,in particolare per portare veterinari e vaccini negli alpeggi. Il Piano è stato predisposto dall’assessorato alla Sanità, con la veterinaria regionale Enrica Muraro e il supporto dell’assessorato all’Agricoltura ed è stato chiuso nei dettagli venerdì 25 luglio.In attesa dell’arrivo del vaccino, «sarà predisposto un protocollo operativo dettagliato», per «definire i compiti di ogni attore della rete regionale di intervento e a garantire tempestività ed efficacia in tutte le fasi della vaccinazione», fa sapere la Regione.
Verrà data priorità agli stabilimenti e agli alpeggi e ai capi situati nelle zone di sorveglianza, creando un ‘muro’ ideale, partendo quindi dagli areali di confine con la Francia.
«L’obiettivo imprescindibile – spiegano gli assessori alla Sanità e all’Agricoltura Carlo Marzi e Marco Carrel – è quello di tutelare il nostro prezioso patrimonio zootecnico bovino, fragile per gli esigui numeri di capi che esprime, ma prezioso per la qualità genetica raggiunta e per il lavoro di tutto il comparto che ha generato questa specificità».
(re.aostanews.it)