Nell’estate 2025 14 morti in montagna e poco meno di 600 persone soccorse, Paolo Comune: «Escursionisti e alpinisti sempre più preparati»
L'analisi del direttore del Sav al termine della stagione estiva
14 morti in montagna tra giugno e agosto e poco meno di 600 persone soccorse. È il bilancio del Soccorso Alpino Valdostano nell’estate 2025. Numeri in leggero calo rispetto all’anno passato. «Rispetto agli anni precedenti si registra una maggiore attenzione e soprattutto una migliore preparazione, fisica e tecnica, dei frequentatori della montagna a tutti i livelli e stiamo notando anche, in generale, un migliore equipaggiamento», è il commento del direttore del Soccorso Alpino Valdostano Paolo Comune.
14 morti in montagna nell’estate 2025
Paolo Comune
Lo scorso anno i decessi erano stati 14, nello stesso periodo dell’anno. Le persone soccorse, invece, erano state poco più di 600.
«Il trend risulta in calo rispetto all’anno scorso – sottolinea Comune –, sebbene questa estate sia stata definita come “disastrosa”. È una rilevazione che meriterebbe una più attenta analisi. A livello regionale, in Valle d’Aosta, i dati sono chiari. Le persone infortunate sono la maggior parte, 489 unità (498 lo scorso anno) e gli escursionisti/alpinisti recuperati illesi, quindi senza necessità di intervento sanitario, sono 78 (85 lo scorso anno)».
Il commento di Paolo Comune
Il direttore del Sav aggiunge poi altri particolari: «Il numero di incidenti con esito mortale è dovuto a diversi fattori, che devono essere presi tutti in considerazione. Innanzitutto bisogna sottolineare che non si tratta, sempre, di eventi cagionati da scarsa preparazione o da equipaggiamento inadeguato: la causa degli incidenti, spesso, può trovarsi in un problema tecnico imprevedibile come nell’errore in progressione, come anche nella tragica fatalità».
Intervento dell’elicottero non sempre possibile
«Rimane importante sottolineare il fatto che non sempre l’intervento dell’elicottero è possibile – dice ancora Comune -. Ciò significa che in tal caso, le squadre di soccorso devono procedere via terra, affrontando condizioni meteo avverse e situazioni di difficoltà dovute alla scarsa visibilità, con conseguente aumento delle tempistiche di intervento ed un incremento considerevole dei rischi sia per i soccorritori sia per le persone che necessitano di aiuto».
«Commenti sui social deplorevoli»
Una stoccata è riservata anche ai commentatori da tastiera sui social.
«Mi sia consentita una riflessione al termine di questa estate che, come detto in precedenza, è stata definita come l’estate dei record, per affluenza e per incidenti – conclude Comune -. Oggi, ogni volta che operiamo su un incidente mortale, sui “social” si leggono commenti inaccettabili, pieni di rabbia e rancore. Spesso si leggono frasi come: “IMPREPARATI, STATE A CASA, VE LA SIETE CERCATA, FATELI PAGARE, DOVEVATE LASCIARLI LI,” e simili. Il repertorio purtroppo è vario. Alla prova dei fatti, posso assicurarvi, come già evidenziato, che nella maggior parte dei casi le persone soccorse sono preparate e adeguatamente attrezzate. Per cui trovo alquanto deplorevoli questi commenti».
E ancora. «Voglio però ricordare che dietro a ciascuna di queste tragedie ci sono persone con una storia, un nome, una famiglia. Sono figli, mariti, mogli, genitori, fratelli, amici. Sono persone che hanno lasciato un vuoto incolmabile nelle vite di chi li conosceva e li amava. Mi piacerebbe tanto poter fare i nomi di tutte le persone che questa estate hanno perso la vita in montagna; o dei loro cari che hanno dato l’allarme. Ogni nome rappresenta una vita; un vissuto, un dolore profondo che spesso resta invisibile agli occhi di chi giudica da lontano. Se ognuno di noi pensasse a questo, forse eviterebbe di scrivere commenti senza fondamento, senza sensibilità, senza compassione».
(t.p.)