Donnas, il Grappolo d’Oro va ad Andrea Bonin di Arnad
Alla 69ª Sagra dell’uva l’ex sindaco Amedeo Follioley è stato premiato per la viticoltura eroica
La viticoltura fa parte del Dna di Donnas e qui tutto è eroico. Forse è per questo che i viticoltori ne parlano quasi con commozione.
All’azienda Bonin di Arnad il Grappolo d’Oro
A vincere il Grappolo d’oro 2025 alla Sagra dell’Uva è stato Andrea Bonin, figlio di Dino Bonin di Arnad. Mentre Amedeo Follioley, ex sindaco per 15 anni, ha vinto il premio per la viticoltura eroica.
Andrea e Dino Bonin
Dalla viticoltura si impara il senso di comunità
All’inizio della cerimonia di premiazione, il neo sindaco Matteo Bosonin, che ha alle spalle una famiglia di viticoltori, ha ricordato come dalla viticoltura abbia imparato il senso di comunità: «Il nonno mi diceva sempre “I grappoli migliori li porto alla festa, non tanto per vincere, ma perché è la festa più bella e importante di Donnas”. Come sindaco cercherò di creare un senso di comunità. Bisogna essere orgogliosi di essere di Donnas».
Agricoltura eroica
«Le radici sono importanti», conferma Follioley, che ha preso le redini dell’azienda di famiglia fondata dal nonno e da papà Giulio, per oltre 20 anni presidente della Cooperativa e prematuramente scomparso nel 2024. «Il premio è un riconoscimento per l’intera famiglia».
Amedeo Follioley
Anche per Dino Bonin la famiglia si intreccia con l’attività in vigna, visto che la sua azienda, fondata ad Arnad nel 1973 dal papà Cesarino Bonin, è giunta ormai alla terza generazione con i figli Alberto di 23 anni e Andrea di 16, che collabora quando non è a scuola e ieri ha ritirato il primo premio nella categoria Picotendro (Grappolo d’Oro), che l’azienda di famiglia produce in purezza (unici in Valle insieme alle cooperative La Kiuva e Caves de Donnas).
I coscritti
La vendemmia del picotendro
Alessandro Jans, presidente delle Caves de Donnas ha ricordato come più di 50 anni fa la storia del Donnas sia iniziata con la Cooperativa che ha portato avanti il nome del vino e del luogo. «Per il nebbiolo si fa la raccolta entro la seconda decade di ottobre», ha detto.
«Ne veniamo da un anno con poca uva e poco prodotto. Anche quest’anno c’è stata apprensione all’inizio, ma grazie all’estate secca le premesse erano buone. A livello quantitativo non è una grande annata, ma conta che ci sia diversificazione».
Lo staff della Pro loco
Alla sagra dell’uva erano impegnati 20 volontari. Ha avuto una buona affluenza secondo il presidente della Pro loco Francesco Macello Violetta.
«Il direttivo si è rinnovato a luglio e abbiamo avuto poco tempo per organizzare la festa, che di solito a giugno è già definita. A luglio e a settembre abbiamo avuto le patronali.
Novità in arrivo
L’anno prossimo vorremmo introdurre novità per continuare a migliorarla».
(elena rembado)