“Paesaggio animato”: a Emarèse una tre giorni per il rilancio della cultura attraverso le ex miniere di amianto
Ambiente, evento
di Giorgia Gambino  
il 19/10/2025

“Paesaggio animato”: a Emarèse una tre giorni per il rilancio della cultura attraverso le ex miniere di amianto

Da venerdì 17 a domenica 19 ottobre, la rassegna ha proposto esposizioni fotografiche e installazioni video, proiezioni cinematografiche e performance innovative, progetti scolastici e tavoli di lavoro al fianco della comunità

Tra memoria fotografica e valorizzazione artistica, riappropriazione identitaria e rivalutazione culturale, le neo bonificate ex miniere di amianto di Emarèse sono state protagoniste una rassegna interamente dedicata alla loro ridefinizione di luogo simbolo della storia passata del paese.

Tra venerdì 17 e domenica 19 ottobre, “Paesaggio animato”, così denominata a partire dall’anagramma della stessa parola “amianto”, ha unito generazioni e assembrato provenienze diverse nel segno della rivitalizzazione di un luogo erroneamente tacciato di pericolosità.

“Paesaggio animato”

«”Paesaggio animato” è un progetto che parte dal territorio e che su di esso punta come slancio dal quale potere poi arrivare a conoscere il mondo circostante – ha osservato Nicole Seris,presidentessa dell’associazione La clé sur la porte -. Tale iniziativa intende ripensare e riscrivere una narrazione che ribalti la negatività con la quale sono percepite le miniere di amianto per il tramite dell’arte e della cultura oltre che attraverso la partecipazione della comunità».

Di qui dunque anche il coinvolgimento dei piccoli studenti della scuola primaria del villaggio,che con il supporto della maestra Daniela hanno preso parte lungo la settimana a un laboratorio didattico al fianco del duo del Fossick Project composto da Cecilia Valagussa e Marta Del Grandi.

Il lavoro svolto è confluito poi in un breve spettacolo teatrale interamente costruito, tra immagini e musica nonché storia e narrativa, dai piccoli artisti, messo in scena nel pomeriggio di sabato e focalizzato sulla leggenda locale della Gran boa, serpente mistico e immortale un tempo avvistato all’interno di una pietraia tra Monjovet ed Emarèse.

Ne è seguita la messa in scena della performance esclusiva “Monkeybiz”, tratta dalle vicende dell’antico personaggio cinese del Re scimmia che, a partire da un testo datato Seicento, ha ispirato il moderno cartone animato Dragonball.

La valorizzazione delle miniere di amianto di Emarèse tra arte e paesaggio

Lungo la mattinata di domenica, i più curiosi hanno potuto esplorare dal vivo e da vicino le ex miniere di amianto di Emarèse nel corso di una passeggiata al fianco di guide qualificate spingendosi al limitare concesso dal cantiere di bonifica tuttora in corso. «All’interno della locanda del paese, da noi gestita con il medesimo obiettivo di rilancio del territorio e delle attività locali, abbiamo proposto una installazione video incentrata proprio su di esse -ha proseguito Seris -.

All’esterno, invece, troviamo una mostra fotografica focalizzata invece sulla cava di amianto di Balangero, una realtà decisamente superiore per dimensioni ma similare per natura alla nostra, a sua volta oggetto di un programma di valorizzazione importante».E proprio questa è stata per anni al centro delle ricerche e delle proposte di restituzione di Micol Roubini, artista e regista occupatasi di ricostruire il passato e ridipingere il presente della miniera al fianco della comunità che per anni vi ha vissuto accanto. A lei è stata dedicata la serata del sabato, durante la quale è stato proiettato il lungometraggio “La montagna magica” a sintesi di un lungo e faticoso impegno di studio e analisi durato sino dal periodo del Covid.

Il coinvolgimento della comunità

Nel pomeriggio di domenica, a conclusione collettiva di “Paesaggio animato”, è stato istituito, negli spazi dello stesso Centre d’étude Abbé Trèves che hanno ospitato la rassegna, il tavolo di lavoro aperto alla comunità e agli operatori denominato non a caso “It’s mine”.«A partire dagli spunti ricevuti nel corso di questo evento e di quello precedente, “Colture”, è emerso un terreno fertile dal quale fare crescere nuovi progetti culturali che vorremmo condividere con residenti e non – ha dichiarato Alessandro Ottenga dell’impresa rei, co-organizzatrice degli appuntamenti al fianco de La clé sur la porte -. Il nostro obiettivo è di andare a definire il perimetro delle nostre intenzioni, tra cui lavorare sul paesaggio con la collaborazione del territorio in generale e delle nuove generazioni in particolare, trattando tematiche che ci stanno a cuore quali il rapporto tra montagna e città attraverso metodologie e approcci condivisi con spazi geograficamente o identitariamente similari al nostro».

(giorgia gambino)