Politica nuda, in un libro i simboli e riti del potere (anche in Italia)
Roma, 5 nov. (askanews) – L’Ulivo nato da una “folgorazione” durante la messa, la saga del Signore degli Anelli portata in politica da Giorgia Meloni, l’invenzione del Dio Po di Umberto Bossi. Questi e altri sono i riti e i simboli svelati nel libro “Politica nuda” di Alberto Ferrarese (Edizioni Altravista), un saggio antropologico alla scoperta dei meccanismi del potere.
Dall’investitura dei capi tribali alle cerimonie di incoronazione dei re di Inghilterra, alla segretezza che circonda l’ascesa dell’imperatore del Giappone, il volume esplora il ruolo della ritualità e della simbolizzazione nella costruzione della legittimità politica, attraversando secoli di storia e casi emblematici. Seguendo un approccio che intreccia sociologia, antropologia e comunicazione politica, l’autore mostra come il potere non si fondi soltanto su leggi e istituzioni, ma anche su miti, immagini, credenze e riti collettivi.
Grande spazio è dedicato alla politica italiana degli ultimi anni, attraverso la voce di alcuni dei suoi protagonisti. Arturo Parisi ricorda la genesi dell’Ulivo, che “nacque mentre a Bologna ero a messa a San Petronio”. Roberto Calderoli, protagonista della nascita della Lega, racconta come dalla mente di Umberto Bossi siano nati l’ampolla con l’acqua del Po e il raduno di Pontida: “Non di rado mi chiamava in piena notte per comunicarmi qualche nuova idea tanto che avevo preso l’abitudine di dormire con penna e taccuino sul comodino perché così al mattino mi ricordavo cosa mi aveva detto”.
E c’è naturalmente l’età del berlusconismo, il discorso della “discesa in campo”, la “professione di fede” nei comizi fino al “discorso della resurrezione”. Tutti esempi di un culto della persona che il Cavaliere ha creato e alimentato dagli esordi fino agli ultimi giorni di vita. Un modo di fare politica, tra comunicazione, marketing, rottura degli schemi, scandali personali e successi pubblici, che ha in qualche modo cambiato per sempre la politica italiana.
Con il primo governo Berlusconi i cittadini avevano imparato a conoscere Giorgia Meloni, allora ministra della Gioventù, oggi da “underdog” (sua definizione) diventata la prima donna presidente del Consiglio. Dagli esordi nel quartiere “rosso” della Garbatella alla scelta di recuperare la tradizione identitaria della destra italiana, Meloni ha creato un partito che dal nulla è arrivato a rappresentare – oggi – quasi il 30% degli elettori. Tra esaltazione del Patriottismo, della Nazione (sì, sempre tutto con la maiuscola) al motto “Dio, Patria e famiglia”, tutto condito dalle citazioni dei libri di Tolkien, l’autore disegna un quadro del “melonismo”
C’è poi la tecno-religione del Movimento 5 stelle, una “setta” (almeno alle origini) per i detrattori, sicuramente un modello particolare di formazione politica creato dall’Elevato Beppe Grillo e dal “guru” Gianroberto Casalegno. Dall’intransigenza delle origini, che l’ha portato al successo, il Movimento ha seguito il percorso classico delle formazioni anti-sistema, istituzionalizzandosi ma allo stesso tempo perdendo gran parte del suo appeal elettorale. Una trasformazione raccontata, nel volume, da uno dei suoi protagonisti, Luigi Di Maio. “Il Movimento i suoi riti – dice tra l’altro nell’intervista – li ha dovuti creare per compensare l’assenza di una struttura di partito, sempre ideologicamente respinta”.
L’autore esamina poi i simboli e i riti del “renzismo”, movimento che ha un suo tempio, la Stazione Leopolda, una divisa (la camicia bianca), una sua liturgia che mescola i boy scout e De Gasperi, Berlinguer e Pep Guardiola, La Pira e Obama. Roberto Giachetti racconta invece la figura di Marco Pannella, divenuta iconica nella politica italiana, scuola ed esempio per diverse generazioni.
Infine i “segreti” del cerimoniale, dal “magazzino dei regali” e quello delle bandiere a Palazzo Chigi, alle “gaffe” internazionali dei premier, dall’invenzione della cerimonia della campanella fino al “freddo” Mario Draghi, che al G20 si rifiutò di lanciare la monetina nella Fontana di Trevi. Elementi rituali fondamentali, soprattutto negli incontri internazionali, in cui è necessario creare empatia, come spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
