«Il lavoro è un diritto, non un genere»: campagna del Savt contro le discriminazioni
Personale e dirigenti del Savt hanno seguito un percorso formativo contro gli stereotipi di genere
ATTUALITA', Lavoro, Sindacati
di Cinzia Timpano  
il 09/12/2025

«Il lavoro è un diritto, non un genere»: campagna del Savt contro le discriminazioni

Un percorso formativo ha coinvolto personale e dirigenti del Savt e ha restituito l'immagine della tessera 2026 del sindacato

«Il lavoro è un diritto, non un genere»: campagna del Savt contro le discriminazioni.

Il lavoro è un diritto, non un genere, campagna del Savt contro le discriminazioni.

La tessera Savt 2026

È il claim del percorso formativo che il personale e dirigenti del Savt hanno seguito e che ha restituito, tra l’altro, l’immagine della tessera 2026 del Syndicat autonome valdôtain des travailleurs.

Di «percorso non occasionale, introspettivo, di analisi, talvolta non facile» ha parlato il segretario Claudio Albertinelli, lieto di annunciare che «dopo la collaborazione con le scuole e con Aiace, quest’anno la scelta è stata delle persone che lavorano al Savt.
I nostri tesserati riceveranno a casa la tessera con un messaggio di parità, che dice basta alla diversità tra uomo e donna, ribadendo che il lavoro non ha un genere ma è un diritto».

La fotografia partecipativa

La fotografa documentarista Margherita Dametti, in collegamento con la sala riunioni della sede del Savt ha spiegato come sia stata la fotografia partecipativa lo strumento per coinvolgere lavoratori e lavoratrici del Savt.

«La fotografia partecipativa non è fatta per scattare una bella foto ma per creare uno spazio per rappresentare ciò che si vive – spiega Dametti -. Si tratta di uno spazio collettivo che usa le immagini come redistribuzione del potere narrativo. Un processo collettivo nel quale si diventa autori della realtà».

Un sistema che riproduce disuguaglianze

Lavoratori e dirigenti del Savt si sono incontrati, hanno discusso, si sono confrontati e hanno scattato fotografie; ritornano i temi del divario salariale e le posizioni di leadership appannaggio degli uomini.

«Siamo sempre innanzi a un sistema che riproduce, pur con miglioramenti, delle disuguaglianze. Il claim il lavoro non ha genere è nato sin dalle prima fasi della formazione.

Nel corso del progetto, le fotografie sono diventate illustrazioni, ma la narrazione è quella ideata e restituita dal gruppo, una campagna non progettata dall’alto ma costruita dall’interno».

«La discriminazione non è un fatto ineluttabile – ha commentato Dametti – ma è frutto di scelte che possono cambiare. Tutti hanno il diritto di scegliere un lavoro, indipendentemente dal genere».

Libertà di scelta

La referente per le pari opportunità del Savt Sonia Chabod ha ribadito il diritto di scegliere il lavoro indipendentemente dal genere, accennando come in certi settori come l’insegnamento o i lavori di cura e assistenza siano diventati appannaggio del genere maschile ma come invece difficilmente accada il contrario.
Il lavoro deve essere uno spazio di libertà per tutti» ha concluso Chabod.

I tre manifesti nati dal percorso formativo

I tre manifesti frutto del lavoro formativo attraverso la fotografia partecipativa

Il segretario generale Claudio Albertinelli ha poi svelato i tre manifesti nati dal percorso formativo.

Il progetto grafico è stato curato da Genny Perron che ha anche riassunto il percorso formativo realizzato attraverso la fotografia partecipativa in un video, mostrato in occasione della conferenza stampa di oggi.

Quello scelto per la tessera 2026 del Savt, dove spiccano i colori rosso nero, ribadendo il claim il lavoro è un diritto non un genere, ci si chiede proprio perchè – nei luoghi di direzione, le donne sono ancora una minoranza.

Gli altri due mostrano annunci dove si cercano esclusivamente lavoratori uomini e dove si ribadisce il concetto di essere liberi di scegliere il lavoro che si ama.

(cinzia timpano)

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